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La Vita di Maometto

Origine e attendibilità delle informazioni biografiche

Le numerose informazioni sulla vita di Maometto provengono in buona parte, oltre che da accenni presenti nel Corano, da numerose biografie risalenti sostanzialmente a quella redatta da Ibn Ishaq e rielaborata successivamente da Ibn Isham. Le più antiche di queste biografie, redatte da studiosi in arabo, risalgono a circa un secolo dopo la morte di Maometto, e le successive, non sempre coerenti e uniformi, spesso contengono diverse versioni contraddittorie del medesimo fatto; quindi la biografia di Maometto secondo la tradizione musulmana implica di operare scelte fra il materiale disponibile.

Le fonti biografiche sono in buona parte basate su racconti di persone che avevano conosciuto personalmente il profeta e ne avevano raccolto le dichiarazioni. Inoltre, nelle varie biografie sono presenti anche se in diversa misura avvenimenti leggendari e narrazioni di miracoli, tratti in parte dai Vangeli Apocrifi.

Molti studiosi moderni sembrano accogliere come sostanzialmente precise le cronache tradizionali sulla vita di Maometto (pur consapevoli della gran quantità di leggende e dando per scontati gli elementi miracolosi e soprannaturali) e hanno cercato di spiegarne la figura di profeta e il successo, isolando i fattori economici, politici, sociali e psicologici. Alcuni però sostengono che, prima di poter valutare la precisione storica delle cronache tradizionali, è necessario valutare meglio come, quando e perché il materiale storico sulla vita di Maometto sia comparso.

La società araba contemporanea a Maometto

Quando Maometto iniziò la sua opera profetica, nella prima metà del VII secolo, la penisola araba era popolata in prevalenza da beduini, popolazioni nomadi che vivevano allevando principalmente pecore, dromedari e cammelli e commerciando prodotti provenienti dall'Oriente con il Mediterraneo. Lungo le piste carovaniere erano sorte delle oasi, dove arabi divenuti sedentari praticavano il commercio, la coltivazione di cereali e palme da dattero e l'allevamento di bovini e pecore. Le oasi erano particolarmente frequenti nella parte meridionale della penisola, nell'attuale Yemen, dove si erano formate delle fiorenti città, che ricevevano i prodotti via mare provenienti dall'Oriente, trasportati poi dalle carovane fino al Mediterraneo.

Le persone erano riunite in grandi famiglie patriarcali, che a loro volta erano raggruppate in clan. Vari clan formavano una tribù, basata sulla discendenza da un comune antenato.

Prima della venuta di Maometto, la religione principale diffusa nella Penisola Araba, oltre a alcuni insediamenti di Ebrei e di Cristiani, era politeista. Ogni tribù adorava le proprie divinità, anche se ve ne erano alcune comuni a tutta la Penisola Araba. Tra queste, la più importante era Allah, considerato il dio creatore.

La città principale era La Mecca, situata nella regione di Al-Hijaz, sia per motivi religiosi che economici. Essa era infatti situata al centro delle piste carovaniere e conservava al suo interno anche il più importante santuario arabo: la Kaaba, cioè un edificio cubico che ospitava numerose divinità e nel quale era conservata una pietra nera, forse un meteorite, adorato dai beduini.

La vita di Maometto prima della predicazione

Maometto è considerato come il profeta fondatore dell'Islam, anche se, in una prospettiva religiosa, l 'Islam è per i musulmani una fede che Allah ha rivelato all'umanità a partire dalla creazione, per mezzo di numerosi profeti e, da un punto di vista storico, una religione complessa che non va quindi intesa come opera di un singolo individuo.

Si vuole che Maometto sia nato alla Mecca. La tradizione fa risalire la sua nascita all' "anno dell ' Elefante", il 12 del mese di Rabi' al-awwal, con riferimento all 'anno in cui il governatore abissino dello Yemen inviò alla Mecca una spedizione (di cui faceva parte un elefante) per distruggere la Kaaba, cioè, secondo gli studiosi moderni, intorno al 570 d.C.

Suo padre Abd Allah apparteneva al clan di nobili origini ma ormai in decadenza di Hashim, della tribù dei Quraysh, che dominavano la Mecca e ne costituivano buona parte della popolazione. Morì prima della nascita di Maometto, e la madre, Amina, quando egli aveva solamente sei anni. Maometto venne allevato prima dal nonno e poi dallo zio Abu Talib, il cui figlio fu suo compagno di giochi. Con lo zio, che lo avviò alla professione di carovaniere, compì un viaggio in Siria alla testa di una carovana di mercanti. A Bostra, l'odierna Busra, l'eremita Bahira, monaco cristiano, riconobbe nel giovane il futuro Profeta.

Ai numerosi viaggi come carovaniere che Maometto compì successivamente, è dovuta la presenza di componenti della religione cristiana ed ebraica nell'Islam, che egli apprese dal contatto con mercanti Cristiani ed Ebrei. In particolare fu colpito dalla fedeltà verso un unico Dio presente in queste due religioni, che riteneva fosse più forte per gli Ebrei che per i Cristiani, e che egli poi applicò con la stessa rigorosità alla sua religione.

Successivamente Maometto fu pastore e cammelliere al servizio di una anziana e ricca vedova, Khadija, che lo mandò in Siria con carovane per commerciare a nome suo e che successivamente, colpita dalla sua onestà ed intelligenza, lo sposò.

Si dice che Maometto avesse allora 25 anni e che finché lei rimase in vita non ebbe altre mogli. Dopo la sua morte, invece, si sposò più volte e la preferita fu la giovane Aisha, figlia di Abu Bakr, futuro primo califfo.

Il periodo della Mecca

Inizialmente Maometto aveva aderito ai culti tradizionali delle sue genti , ma la sua inquietudine religiosa, causata da forti esigenze etiche e dalla conoscenza indiretta di insegnamenti della religione cristiana e giudaica, lo portarono a circa 40 anni, nel 610, ad isolarsi in meditazione in una caverna sul monte Hira, presso la Mecca. Qui ebbe inizio la sua attività profetica, ed ebbe le prime visioni che gli fornirono le prime rivelazioni sull'onnipotenza di Allah, sul giudizio universale, sull'inferno e sul paradiso.

Maometto iniziò a predicare tra la gli abitanti della Mecca, dove incontrò molta resistenza, accusato di sovvertire le antiche religioni degli antenati. In particolare trovò opposizione tra i mercanti, che traevano vantaggi dalla religione politeista, la quale facilitava loro gli scambi con il vicini popoli, e che approfittavano dei numerosi pellegrinaggi alla Kaaba per commerciare.

Maometto ricevette allora, in un'altra visione, una rivelazione secondo la quale Allah riconosceva tre dee appartenenti all'antica religione politeista come intermediarie tra dio e gli uomini. Dopo questa notizia, l'Islamismo venne accolto con favore da vari cittadini della Mecca, che vedevano così non negata completamente la loro religione politeista. Tuttavia, Maometto ebbe in seguito una visione dell'angelo Gabriele, il quale gli spiegò che le tre dee erano prive di valore, frutto di Satana e non di Dio. A questa notizia, molti cittadini della Mecca ritornarono al politeismo e ridivennero ostili nei confronti di Maometto.

La religione di Maometto trovò invece subito spazio soprattutto tra i suoi conoscenti più intimi e tra i ceti meno abbienti della popolazione della Mecca, come schiavi e liberti, assumendo perciò inizialmente un significato di rivolta sociale. Alcuni fedeli furono costretti a fuggire in Abissinia, mentre in seguito l'Islamismo incominciò a diffondersi anche tra persone di un certo potere. Alla fine di questo primo periodo di predicazione nella sua città natale, detto "periodo della Mecca", si colloca l'episodio leggendario del viaggio notturno del profeta a Gerusalemme e della sua ascesa in cielo.

Il periodo di Medina

L'opposizione della Mecca spinse Maometto a trasferirsi nel 622 con alcuni seguaci nell'insediamento prevalentemente agricolo di Yathrib, che venne poi chiamato "Madinat Al-Nabi", ovvero "Città del profeta", da cui l'attuale nome Medina. L'evento, noto come "Egira", rappresentò una svolta e segnò l'inizio del calendario musulmano. A Yathrib Maometto fondò la prima comunità musulmana, che non teneva più conto degli antichi legami di clan, ma impostava per i suoi membri una nuova divisione basata sull'aspetto religioso; essi vennero divisi in due gruppi equivalenti: i Muhagirun, coloro che avevano seguito Maometto durante la sua fuga dalla Mecca, e gli Ansar, i nuovi convertiti a Yathrib.

Questa prima comunità, detta "umma", crebbe senza attriti interni, sotto la guida politico - religiosa indiscussa di Maometto. Egli continuò ad avere rivelazioni, alcune delle quali attribuivano ad Abramo la costruzione della Kaaba, che diventava così oggetto di culto non più solo per i politeisti, ma anche per i musulmani.

Intanto iniziarono a verificarsi i primi scontri con la comunità ebraica di Medina, che accusava Maometto di scarsa conoscenza dei testi biblici. Maometto fu costretto a punire numerosi Ebrei o ad espellerli dalla città.

Si concretizzarono anche gli scontri con gli abitanti della Mecca, tradizionalmente ostili alla religione di Maometto. Gli attacchi sferrati alle carovane della Mecca portarono all'importante vittoria di Badr nel 624. Gli abitanti della Mecca sconfissero però quelli di Medina nella battaglia di Uhud (625) e giunsero a porre sotto assedio Medina, ma furono ancora una volta sconfitti grazie alle doti militari di cui il Profeta era dotato. Il successo ed il prestigio di Maometto erano enormi, ed egli ne approfittò per espellere gli Ebrei dalla città.

Nel 628 egli concluse il trattato di al-Hudaybiyya con la Mecca, che sanciva una tregua. Agli occhi di Maometto iniziava a farsi strada l'idea dell'Islam come religione universale, e per questo egli invitò anche i sovrani vicini a convertirsi. Nel 630 la Mecca ruppe la tregua, e Maometto conquistò la città, distrusse gli idoli, sancì un'amnistia e poi fece ritorno a Medina. Nel 631 conquistò e sottomise varie tribù, e così nel 632, nonostante la comparsa di profeti avversi e di episodi di apostasia , l'Islam era diventato la religione di gran parte della penisola araba, e continuò la sua espansione durante la vita di Maometto, giungendo fino alla Siria meridionale.

Nel 632 Maometto si recò per l'ultima volta da Medina alla Mecca per compiere il pellegrinaggio noto come "Pellegrinaggio di Addio", perché poco dopo, tornato a Medina, egli morì. Fu sepolto nella sua casa a Medina e sulla sua tomba sorse la seconda più importante moschea dell'Islam, che è una meta che ogni musulmano deve visitare almeno una volta nella vita.

La personalità di Maometto

La personalità di Maometto può apparire sotto vari aspetti contraddittoria. In lui coesistevano la mentalità del mistico e quella dell'abile e astuto uomo d'affari. Era un energico uomo politico ed esperto nella condotta della guerra, e talvolta era terribile nella sua collera e spietato contro i nemici, ma più spesso dava anche prova di grande adattabilità alle circostanze, di grande generosità e di umanità, doti che gli facilitarono la diffusione della sua nuova religione e che spiegano la profonda devozione che i suoi seguaci ebbero verso di lui.

La figura di Maometto nel corso del tempo

La personalità e l'azione religiosa di Maometto, che per i Musulmani costituisce un altissimo modello di vita, sono stati interpretati dall'Occidente non musulmano in vari modi nel corso del tempo. Durante il medioevo, sia nell'Europa latina che in quella bizantina, Maometto venne visto in senso negativo come un vile approfittatore e un astuto impostore, e le sue visioni vennero interpretate come semplici casi di epilessia. Dante, nella "Divina Commedia", lo colloca nell'Inferno come seminatore di scisma. Questa visione negativa di Maometto in alcuni casi persiste ancora oggi nel giudizio comune su di lui.

Gli studiosi moderni tendono invece a metter in luce la fondamentale sincerità e la profondità dell' ispirazione religiosa che animarono la sua azione politica, e tendono a valutare la sua figura con più clemenza.

Il corano

Il Corano è l'insieme degli insegnamenti e delle rivelazioni che Maometto ebbe nel corso della sua vita. Esse erano raccontate da Maometto sotto forma di versetti, gli "ayat", che vennero imparati a memoria dai suoi seguaci, e poi raccolti in capitoli, le "sure", in tutto 114. Le sure vennero poi riunite alla morte di Maometto dai primi califfi in un libro, in ordine decrescente. Il libro sacro dei Musulmani raggiunse la sua forma attuale sotto il califfato di Othman intorno al 650.

Il carattere compositivo del Corano, come molti testi sacri, ha una forma oscura e ambigua, e si può prestare in alcuni passi a varie interpretazioni.

Le sure contenute nel Corano appartengono a due periodi principali: il periodo meccano e il periodo medinese.

Le sure del periodo meccano sono le più antiche, e sono brevi, caratterizzate da un linguaggio vigoroso, parzialmente poetico, da una critica nei confronti della società meccana e delle credenze politeiste e dalla comparsa dei primi fondamenti della religione. Sono inoltre presenti anche narrazioni riguardanti vari profeti, talvolta più simili ai testi apocrifi ebrei e cristiani che non ai libri ufficiali del Vecchio e del Nuovo Testamento.

Col tempo e con l'aumento dell'autorità di Maometto sulla prima comunità musulmana a Medina, le sure divennero più lunghe, meno opprimenti nel tono e più legate alla soluzione di problemi pratici, particolarmente giuridici, legati alle nuove necessità della crescente comunità politico- religiosa che si stava creando sotto la sua guida.

Il Corano è il principale libro sacro dell'Islam, e alcuni suoi versetti sono imparati a memoria in scuole apposite, dette scuole coraniche, mentre altri sono recitati durante le preghiere obbligatorie e fanno parte dell'insegnamento scolastico.

Vocabolario etimologico

Maometto: deriva dall'arabo "Muhammad", che significa "Il più lodato", è ancora oggi un nome molto diffuso tra i popoli arabi, anche con varie varianti.

Allah: secondo alcuni studiosi, il nome Allah deriva dall'Arabo "al-ilah", che significa "la bontà, il dio". Una seconda ipotesi, meno attendibile, collega questo nome all'aramaico "alha", cioè " il bene". Maometto: deriva dall'arabo "Muhammad", che significa "Il più lodato", è ancora oggi un nome molto diffuso tra i popoli arabi, anche con varie varianti.

Corano: deriva dall'Arabo "al-Qur'an", che significa lettura o recitazione di un testo a fini liturgici.

Egira: dall'Arabo "higra", che significa "separazione", "migrazione".

Islam: in arabo Islam significa "sottomissione, abbandono fiducioso" , poichè i suoi fedeli si abbandonano completamente al dio Allah. Islam deriva dal verbo "aslama", "sottomissione".

Musulmano: deriva dall'arabo "muslim", cioè "colui che si sottomette", che a sua volta deriva dal verbo sottomettere, "aslamcompletamente al dio Allah.a".




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