Ille interritus poscit testamenti tabulas; ac denegante centurione conversus ad amicos, quando meritis eorum referre gratiam prohoberetur, quod unum iam et tamen pulcherrimum habeat, imaginem vitae suae relinquere testatur, cuius si memores essent, bonarum artium famam tam constantis amicitiae [pretium] laturos. Simul lacrimas eorum modo sermone, modo intentior in modum coercentis ad firmitudinem revocat, rogitans ubi praecepta sapientiae, ubi tot per annos meditata ratio adversum imminentia?

Seneca impavido chiede le tavole del testamento; e poich� il centurione si rifiuta, rivolto agli amici dichiara di lasciare, poich� gli si impedisce di ringraziarli per i loro meriti, il solo bene, e tuttavia il pi� prezioso, che ormai mi rimane: l'esempio della sua vita; e se se ne fossero ricordati, avrebbero raggiunto la gloria della virt� come frutto di una costante amicizia. Intanto frena le loro lacrime ora con le parole, ora con pi� energia, come chi voglia richiamare alla fermezza, chiedendo dove siano gli insegnamenti della filosofia, dove il sistema meditato per tanti anni contro i mali incombenti.