Introduzione
Questa esperienza si prefigge di misurare la risposta in
frequenza tra 50 Hz e 20 KHz di una cassa. La misura � relativa, in quanto, non
disponendo in laboratorio di fonometri, non � possibile misurare il valore
assoluto dell'intensit� sonora.
Materiale
- Resistori e condensatori vari
- Due amplificatori operazionali LF351
- Diodi 1N148
- Basetta per montaggi sperimentali (breadboard)
- Un alimentatore duale con tensione variabile -40V 0V + 40
V
- Due multimetri a 6.5 cifre HP 34401A
- Generatore di funzioni
- Microfono electret economico
I microfoni considerati
Abbiamo preso in considerazione due tecnologie costruttive:
il microfono dinamico, e il microfono electret. Questi tipi di microfono sono
infatti facilmente reperibili e economici in rapporto alla qualit�.
Il microfono dinamico sfrutta il fenomeno dell'induzione
elettromagnetica per convertire le vibrazioni di una membrana in forza
elettromotrice, grazie ad un avvolgimento di filo conduttore sottilissimo
meccanicamente fissato alla membrana stessa. Tale struttura � immersa nel campo
magnetico generato da un nucleo di magnete permanente. Il movimento della
bobina mobile nel campo magnetico genera una corrente elettrica proporzionale
all'ampiezza dei movimenti dell'avvolgimento e quindi all'ampiezza del segnale
acustico.
Il microfono a condensatore, di cui l'electret ne � una
variante, sfrutta invece un effetto capacitivo: � composto da due lamine che
costituiscono un condensatore che varia la propria capacit� a causa delle
vibrazioni prodotte dalle onde sonore. A differenza del microfono dinamico,
dunque, questo tecnologia necessita di una alimentazione (detta "phantom
power") per poter rilevare le variazioni di capacit� (o, considerando il
concetto in altri termini, di una tensione per generare all'interno del
condensatore il campo elettrico che sar� soggetto a variazione). Il microfono
electret o elettrete � una variante del microfono a condensatore in cui si
risolve tale inconveniente: dal momento che il condensatore � pre-polarizzato in
maniera permanete al momento della costruzione, non necessita teoricamente di
alimentazione. In realt�, data la debolezza del segnale generato, questi
microfono hanno un piccolo circuto interno di amplificazione, che migliora i
livelli di segnale, e adatta l'impedenza d'uscita del microfono per essere
utilizzata con amplificatori di tensione con alta impedenza d'ingresso.
La risposta in frequenza dei due tipi di microfono �
differente. Il microfono dinamico, essendo basato su un principio induttivo, ha
scarsa sensibilit� alle basse frequenze, mentre ha ottime prestazione nelle
frequenze medie. Salendo di frequenza, le dimensioni� della membrana diventano grandi rispetto alle lunghezze d'onda,
perci� il microfono perde di sensibilit�.�
Per questi motivi viene spesso utilizzato per la voce umana. Il
microfono electret invece ha una risposta pi� costante, anche nel caso
dispositivi di bassa qualit�, grazie al prinicipio realizzativo basato sulla
variazione di capacit�.
Poich� l'obiettivo dell'esperienza era la misura della
risposta in frequenza, abbiamo scelto il microfono electret preamplificato, in
modo da poter effettuare la misura in una banda ampia. Il microfono � un
modello molto economico, con costo inferiore a 1 �,� presenta il circuito mostrato in figura, viene alimentato a +9V e
fornisce in uscita una tensione continua alla quale � sommato il segnale, che
ha ampiezze dell'ordine di 1mV.
Il circuito
Il circuito pu� essere diviso in vari stadi, che possono
essere presi in considerazione separatamente.
Il primo stadio � un filtro passa alto con lo scopo di
eliminare la componente continua sommata al segnale del microfono. Poich� �
collegato all'ingresso V+ di un amplificatore operazionale, la
resistenza equivalente ai capi del condensatore coincide all'incirca con:
La resistenza di uscita del microfono � di difficile stima,
in quanto richiede l'analisi del circuito interno. Si pu� stimare il suo valore
come circa 50 - 100 Kohm, dato dalla somma della resistenza da 2,2 Kohm e dalla
resistenza equivalente Ro del FET nel modello di piccolo segnale.
Sicuramente la frequenza di taglio del filtra sar� minore
di:
Tale valore � sicuramente accettabile per i nostri scopi, in
quanto ci prefiggiamo di misurare la risposta in frequenza a partire da 50 Hz.
Eliminata la componente continua, il segnale deve essere
ampificato. Poich� i livelli di uscita del microfono sono molto bassi
(dell'ordine del mV) � necessario amplificare il segnale di circa 1000, ovvero
60dB. Tuttavia tale guadagno � eccessivo per uno stadio unico. Abbiamo perci�
scelto di realizzare due stadi di amplificazione parziali, ciascuno con
guadagno Gpar = 30 = 30db.
Lo stadio successivo al filtro � dunque un amplificatore non
invertente:
E dunque �e . Facciamo notare che la scelta del guadagno e delle
resistenze � approssimativa in questo stadio, perch� essendo la misura
relativa, non importano i valori assoluti di tensione all'uscita del circuito,
ma solo che abbiano valori accettabili.
All'usicita di questo stadio � presente un condensatore, con
lo scopo di eliminare eventuali componenti continue dovute all'offset
dell'operazionale. In caso contrario, la rettificazione dell'onda negli stadi
successivi avverrebbe in modo errato. La resistenza equivalente ai capi di tale
condensatore � costituita dal parallelo di R3 e R4 e
dunque la frequenza di taglio del filtro � di circa 16 Hz.
I due stadi successivi costituiscono un raddrizzatore a
doppia semionda di precisione. Date le tensioni in gioco (dopo l'amplificazione
dello stadio 2, le tensioni sono dell'ordine delle decine di millivolt), non si
possono trascurare le cadute di tensione e le non-linearit� che si avrebbero
sui diodi di un ponte di Graetz. Il primo blocco � un raddrizzatore a singola
semionda, che taglia la semionda negativa e riporta in uscita, invertendola, la
semionda positiva. E' stato aggiunto un secondo diodo per evitare che, durante
la semionda negativa, la tensione all'uscita dell'operazionale saturi a -Vcc
improvvisamente, causando problemi dei slew rate.
Il secondo blocco � un sommatore che riceve in ingresso due
segnali, e la cui tensione di uscita � data dalla formula:
Il primo segnale � Vraddr, ovvero la singola
semionda prodotta dal blocco precedente. Il secondo � Vsgn, ovvero
il segnale originale, prelevato prima del raddrizzatore a singola semionda. Vsgn
�
diviso per due impostando:
In questo modo, ipotizzando che il segnale originale sia
simmetrico, come nel caso della sinusoide usata per la misura, la somma dei due
segnali genera il segnale raddrizzato a doppia semionda, ovvero il modulo del
segnale. Il sommatore completa l'amplificazione del segnale tramite , portando l'amplificazione complessiva .
Nel caso di segnale sinusoidale in ingresso, con frequenza
f, il segnale all'uscita di tale raddrizzatore sar� dunque:
Con A>0 ampiezza del segnale.
Il circuito di media
La media del segnale all'uscita del raddrizzatore pu� essere
calcolata partendo dalla definizione:
�
Dove A>0 � l'ampiezza del segnale e T � il periodo.
Il circuito per calcolare la media � costituito da una
resistenza e da un condensatore.
Consideriamo la legge di Kirchoff delle tensioni e la legge
del condensatore:
�����������������������������
Otteniamo la tensione in uscita:
L'espressione � una equazione differenziale lineare del
primo ordine, che ammette soluzione secondo la formula generica:
Dunque, nel caso del circuito, la soluzione sar�:
La soluzione esplicita di tale espressione � stata ottenuta
mediate integrazione numerica con Matlab, o analitica con il pi� semplice
Derive. In entrambi i casi, per un segnale con f=50hz e A=1V, si ottiene la
soluzione seguente (tensioni in volt e tempo in secondi):
Come si vede dal grafico, all'inizio vi � un transitorio. In
questo intervallo di tempo Vin>>Vout, e quindi Vout
pu� essere semplificata nell'equazione differenziale esatta, ottenendo che:
Il circuito si comporta cio� come un integratore ideale.
Esaurito il transitorio, si pu� notare come la tensione Vout
tenda proprio al valore medio di Vin. Tuttavia permane
un'ondulazione residua (detta comunemente ripple), che � maggiore alle basse
frequenze, e decisamente minore alle alte frequenze. Questo comportamento pu�
essere spiegato ricordando che alle basse frequenze il periodo dell'onda
aumenta, avvicinandosi alla costante di carica e scarica �del condensatore.
Calcolo dell'incertezza sul circuito di media
Poich� il voltmetro misura la tensione Vout con
intervalli sicuramente non uguali e in fase con il periodo T del ripple,
dobbiamo considerare tale ondulazione come fonte di incertezza.
Per stimare l'incertezza introdotta, ci poniamo nel caso
peggiore: frequenza pari a quella minima di 50Hz, ampiezza pari a quella
massima misurata, ovvero circa:
Risolviamo numericamente l'integrale in un intervallo di
tempo in cui si pu� supporre di essere in condizioni di regime, ad esempio tra
3 e 4 secondi. Individuiamo poi l'incertezza come la massima distanza tra il
valor medio esatto �del segnale, e la
tensione Vout.
Si ottiene che tale distanza � di circa . La tensione misurata avr� dunque una incertezza relativa:
Bisogna tuttavia ricordare che i voltmetri digitali
impiegati non campionano la tensione esattamente in un istante (come si �
supposto nei calcoli precedenti), ma effettuano la misura in un intervallo di
tempo. Pi� l'intervallo di misura � lungo, pi� il peso delle variazioni di
tensione nella misura finale si attenua. Tuttavia, una stima dell'incertezza
dovuta al ripple che tenga conto anche dei circuiti del voltmetro risulta
troppo complicata per i fini di questa relazione. Possiamo assumere il valore
di 1% come stima dell'incertezza massima, o equivalentemente, come limite
superiore.
Il dimensionamento del circuito di media
Per il dimensionamento dei componenti del circuito si
possono fare le seguenti considerazioni. Affinch� la tensione Vout sia
quasi costante, � necessario che la costante di scarica e carica �del condensatore sia
molto pi� grande del periodo della tensione sinusoidale Vin
all'ingresso del circuito.
La costante di tempo pu� essere calcolata considerando che
la resistenza equivalente ai capi del condensatore � circa R7, in
quanto prima del blocco c'� l'uscita di un operazionale, che pu� essere
approssimata a un cortocircuito in serie a R7, mentre dopo il blocco
c'� l'ingresso di un operazionale, che pu� essere approssimato come un circuito
aperto in parallelo a R7. Scegliendo �e �si ottiene . Il periodo pi� grande si avr� alla frequenza di misura
minore, cio� fmin=50Hz :
Dunque la costante di tempo del filtro �� pi� che sufficiente
per ottenere valori di tensione pressoch� costanti e proporzionali al valore
medio del segnale, e dunque a quello efficace, nel caso di segnali sinusoidali.
Il condensatore � stato scelto al tantalio per l'elevata qualit� che questa
tecnologia offre.
La scelta dei diodi
Abbiamo preso in considerazione i diodi disponibili in
laboratorio: 1N4007, molto comune e utilizzato come diodo per usi generici, e
1N4148, utilizzato principalmente per applicazioni switching. Non dovendo
trattare con tensioni o correnti di elevati valori, il fattore determinante per
la scelta del diodo � stato la capacit� parassita. Alla frequenza di 1 Mhz, con
Vinversa = 4 V, per 1N4007 questa � di 15pf, mentre per 1N4148 � di
1pf. Abbiamo dunque scelto 1N4148.
Tenere conto di tale capacit� parassita in fase di progetto
� piuttosto complicato. Abbiamo perci� scelto di misurare a posteriori la
risposta in frequenza del circuito per tenere in considerazione tali problemi.
La scelta degli operazionali
Abbiamo preso in considerazione tre tipi di operazionale:
OP07, LF351, LM358.
|
OP07
|
LM358
|
LF351
|
Slew Rate
[V/]
|
0.17
|
0.6
|
16
|
Corrente di Offset [nA]
|
0.8
|
2
|
0.1
|
Tensione di Offset [mV]
|
0.06
|
2
|
10
|
Corrente di Bias [nA]
|
1.8
|
20
|
200
|
Prodotto banda-guadagno [Mhz]
|
0.5
|
1.1
|
4
|
Come risulta evidente dalla tabella, l'OP07 � volto
all'utilizzo in bassa frequenza, mentre l'LF351 in alta frequenza. L'LM358
risulta un compromesso tra i due modelli, e infatti viene spesso utilizzato per
scopi generali. Poich� nella nostra esperienza � essenziale che la risposta in
frequenza del circuito sia il pi� regolare possibile, abbiamo scelto l'LF351.
La cassa misurata
Abbiamo scelto di misurare la risposta in frequenza relativa
di una cassa di media qualit�: Bowers & Wilkins DM303. La cassa ha le
seguenti caratteristiche:
Descrizione: diffusore a 2 vie con bass reflex con
uscita posteriore
Frequenza (a -6dB): 52Hz - 30KHz
Potenza: 100W con impedenza 8 Ohm
Sensibilit�: 88dB spl ( con 2.83V a 1 metro)
Impedenza: media 8 ohm, minima 4.3 ohm
Dimensioni: 33.1 x 20.1 x 24.2 cm
Peso: 5 Kg
Principali fonti di errore
Abbiamo analizzato la catena di misura, e analizzato per
ciascuno stadio le possibili fonti di errore e incertezza, e le possibili
correzioni.
1) Risonanze e riflessioni della stanza: le onde
sonore prodotte dal diffusore si riflettono contro le pareti della stanza e
degli oggetti al suo interno, e per alcune frequenze entrano in risonanza.
Questi due fenomeni alterano la misura della risposta in frequenza della cassa,
perch� modificano l'ampiezza del segnale sonoro captato dal microfono.
Abbiamo provato a effettuare una stima delle possibili
frequenze di risonanza della stanza, approssimandola a una cavit� rettangolare
completamente vuota. Abbiamo misurato le dimensioni della stanza utilizzando un
metro da muratore, spostandolo pi� volte dentro la stanza per coprire per
intero ciascuna lunghezza. Considerando il metodo di esecuzione della misura,
possiamo assumere una incertezza di circa 10cm per ogni dimensione della
stanza. I valori sono:
Larghezza a:
Lunghezza b:
Altezza c:
Abbiamo stimato le frequenze di risonanza con la formula:
Riportiamo alcune frequenze di risonanza per i primi modi, a
partire da 50Hz:
Modo
|
Frequenza
|
Modo
|
Frequenza
|
Modo
|
Frequenza
|
Modo
|
Frequenza
|
2,1,0
|
50
|
3,0,0
|
70
|
3,1,1
|
83
|
1,2,2
|
92
|
1,1,1
|
50
|
2,3,0
|
70
|
0,1,2
|
84
|
4,0,0
|
93
|
0,3,0
|
52
|
1,3,1
|
70
|
2,4,0
|
84
|
2,4,1
|
94
|
0,2,1
|
54
|
2,2,1
|
71
|
1,4,1
|
84
|
2,0,2
|
94
|
1,3,0
|
57
|
3,1,0
|
72
|
1,0,2
|
85
|
4,1,0
|
95
|
2,2,0
|
58
|
1,4,0
|
74
|
1,1,2
|
87
|
2,1,2
|
96
|
1,2,1
|
59
|
3,2,0
|
78
|
0,5,0
|
88
|
0,5,1
|
97
|
2,0,1
|
62
|
0,4,1
|
81
|
3,3,0
|
88
|
3,3,1
|
97
|
2,1,1
|
64
|
3,0,1
|
81
|
3,2,1
|
88
|
0,3,2
|
97
|
0,3,1
|
67
|
2,3,1
|
81
|
0,2,2
|
89
|
3,4,0
|
99
|
0,4,0
|
70
|
0,0,2
|
82
|
1,5,0
|
91
|
1,2,2
|
92
|
Come si pu� notare, le frequenze di risonanza della stanza
sono molto vicine. Bisogna ricordare inoltre che la stanza non � vuota, ma
contiene persone, mobili e oggetti, che possono sensibilmente modificare i
valori calcolati.
Abbiamo perci� scelto di tenere conto di riflessioni e
risonanze compiendo pi� misure, in posizioni diverse della stanza. Confrontando
le differenze tra le varie risposte in frequenza sar� possibile individuare
quali tratti della curva sono dovuti alla cassa e quali all'ambiente.
2) Generatore di funzioni: pu� generare tensioni tra
0 e 30 V, e ha una impedenza interna di 50 Ohm. Le incertezze dovute alla
tensione errata o alla resistenza dei cavi � trascurabile, in quanto la
tensione effettiva presente ai capi della cassa � stata misurata direttamente
tramite uno dei due multimetri. La misura della tensione ai capi della cassa si
rende necessaria anche perch� la sua impedenza � incognita. Abbiamo assunto che
l'incertezza sulla frequenza sia trascurabile rispetto alla tipologia di
misura.
3) Diffusore: � possibile che l'impedenza della cassa
vari al cambiare della sua posizione all'interno della stanza, perch� le
riflessioni e le risonanze del suono si accoppiano in modo differente con i
coni. Abbiamo perci� scelto di misurare la tensione ai capi della cassa per
ogni serie di misura per correggere tale errore.
4) Microfono: in tutta la catena, tale elemento � la
fonte maggiore di errore e incertezza. Poich� non � nota la sua risposta in
frequenza, possiamo solo supporre che questa, grazie alla tecnologia
costruttiva adottata, sia piatta nella gamma di frequenze che ci interessa
misurare.
5) Taratura del circuito: a causa delle capacit�
parassite dei diodi e degli operazionali, la risposta del circuito non � piatta
nella gamma di frequenze prese in esame. Abbiamo scelto di correggere tale
errore misurando direttamente tale risposta in frequenza. Abbiamo posto
all'ingresso del circuito una tensione sinusoidale generata dal generatore di
funzioni, e abbiamo misurato l'uscita del circuito. Effettuando il rapporto:
��������������������������
abbiamo ottenuto una serie di coefficienti A, che,
normalizzati al loro valore massimo, rappresentano la risposta in frequenza del
circuito, e verranno utilizzati per pesare opportunamente le misure.
La tensione Vi � stata ottenuta collegando il
generatore di funzioni ai capi di un partitore resistivo, e prelevando la
tensione ai capi di una resistenza, poich� lo strumento non era in grado di
fornire tensioni cos� piccole. Poich� l'ingresso di un operazionale ha alta
impedenza, indipendente dalla frequenza, possiamo supporre Vi
costante e indipendente dalla frequenza. Poich� la misura � relativa, il valore
esatto del partitore resistivo non � importante, e possiamo supporre un
rapporto di partizione di circa 500, in modo da ottenere �se Vgeneratore=1
V.
Calcoliamo dunque l'espressione esplicita dei coefficienti :
L'incertezza relativa non sar� costante per tutti i valori,
perch� il voltmetro cambia fondoscala nella misura dei coefficienti.
Consideriamo il caso peggiore:
�����
6) Inesattezza della media: abbiamo gi� discusso e
stimato l'incertezza che il circuito introduce nel calcolo della media,
ottenendo valori massimi dell' 1%.
7) Multimetro: abbiamo utilizzato i due multimetri
per misurare la tensione ai capi della cassa (misura in AC) e all'uscita del
circuito (misura in DC). Il multimetro presenta i seguenti valori di
incertezza:
- Tensione continua, fondoscala 100mV:
- Tensione continua, fondoscala 1V:
- Tensione continua, fondoscala 10V:
- Tensione RMS, 10 Hz - 20Khz, fondoscala 100mV:
- Tensione RMS, 10 Hz - 20Khz, fondoscala 750V:
Risposta in frequenza della cassa
Per ciascuna serie di misure, sono state prese le seguenti
misure:
- Tensione efficace ai capi della cassa
- Tensione continua all'uscita del cicuito
Per trovare la risposta in frequenza relativa � stato
effettuato il rapporto N tra le tensioni di uscita e ingresso al sistema,
pesato con la risposta in frequenza del circuito normalizzata. Tali valori sono
poi normalizzati al valore massimo (coefficienti ) o al valor quadratico medio (coefficienti )
��������������� ����������������������������������
Incertezza
Abbiamo scelto di stimare l'incertezza nel caso peggiore, e
di utilizzare tale valore per tutte le misure. Possiamo stimare l'incertezza di
un coefficiente come:
Ovvero: