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Illuminismo

Fra il Seicento ed il Settecento le scoperte scientifiche ebbero un grande sviluppo grazie a studiosi come Galileo Galilei, Isaac Newton e molti altri; essi utilizzavano il metodo detto appunto scientifico, secondo il quale ogni avvenimento doveva essere analizzato razionalmente, ricercandone le cause e le conseguenze.

Questo metodo si diffuse anche nelle cosiddette "scienze umane", cioè quelle che studiano l' uomo e la società, come la politica, l' economia, la filosofia, il diritto, ecc.

Soprattutto in Francia si sviluppò così un nuovo movimento culturale che prese il nome di "Illuminismo": esso era caratterizzato dalla fiducia nella ragione, considerata il mezzo migliore per raggiungere la felicità. Per gli illuministi il mondo era pieno di superstizioni, di pregiudizi e di ingiustizie a livello politico e sociale, come gli eccessivi privilegi delle classi del clero e della nobiltà.

Alla tradizione ed all' autorità essi contrapposero la libertà di critica, la tolleranza per le idee degli altri, l' uguaglianza e la fratellanza fra gli uomini.

Gli illuministi francesi si impegnarono nel progetto di una grande Enciclopedia delle Scienze Umane. Curatori dell' opera furono Jean Baptiste D'Alembert e Denis Diderot. L' "Enciclopedia" non era solo un' opera di informazione. Gli autori intendevano infatti diffondere le idee illuministe tra il popolo. Il governo francese cercò di ostacolarli, ma l' Enciclopedia venne pubblicata interamente ed ebbe un grandissimo successo.

Notevole fu la forza dell' Illuminismo nei confronti dell' opinione pubblica; anche attraverso i giornali, le riunioni e gli incontri, le idee illuministiche si diffusero e giunsero a influire sulle decisioni dei governi. L' importanza raggiunta dall' Illuminismo fu così grande che il Settecento è chiamato "Il secolo dei lumi".

Tra i vari pensatori del Settecento si ricordano in particolare Charles de Montesquieu (1689-1755), François Marie Arouet, detto Voltaire (1694- 1778), e Jean Jacques Rousseau (1712-78).

Montesquieu pubblicò nel 1748 "Lo spirito delle leggi", un' opera nella quale esaminava le diverse forme di governo che erano stare realizzate nella storia. Egli sostenne che ogni popolo deve scegliere la forma di governo più adatta a sè, poichè non esiste una forma valida per tutti. Inoltre Montesquieu, proponendo una teoria ancora oggi accettata dagli studiosi di politica ed applicata in moltissimi stati democratici, affermò la necessità di separare i poteri dello stato in tre parti: potere legislativo, cioè di stabilire le leggi valide per tutti i cittadini, potere esecutivo, cioè il potere di far applicare le leggi, ed il potere giudiziario, cioè il potere di giudicare e punire coloro che compiono reati, cioè azioni proibite dalla legge.

Se questi tre poteri sono posseduti da una sola persona o da un ristretto gruppo di persone d'accordo tra di loro, allora saranno possibili abusi di ogni tipo. Se invece i tre poteri sono divisi e spettano a persone o organi differenti, ciascuno controllerà il potere dell' altro e cercherà di limitarlo con il proprio.

Voltaire sostenne che lo stato deve essere tollerante verso i suoi cittadini; compito dei sovrani era quello di utilizzare il proprio potere per sostenere la nascente classe borghese, la classe che dava il maggior impulso all' economia, e combattere il potere del clero e della nobiltà feudale, classi improduttive e ricche di privilegi.

Nel suo libro "Contratto Sociale", Rousseau delineò le caratteristiche dello stato democratico. I cittadini nascono liberi e uguali fra di loro, e si riuniscono di loro volontà in uno stato, poichè la vita comunitaria è più conveniente. Lo stato, inteso come insieme di funzionari e di persone dotate di un potere da esercitare, nasce quindi per volontà del popolo, ed esso non è stato creato dal popolo per dominare duramente, ma per controllare la vita di gruppo. Perciò tutti coloro che esercitano un potere sul popolo devono farlo nel modo migliore. Se i funzionari dello stato non compiono correttamente il loro dovere, è diritto del popolo eliminarli. Inoltre poichè tutti i cittadini sono uguali tra di loro, è giusto anche che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge.

I principi politici sostenuti dagli illuministi non rimasero inascoltati, ma trovarono seguito in molte corti di sovrani europei, tanto da dare origine ad una particolare forma di governo, il "Dispotismo Illuminato". Rimanevano in vigore le monarchie assolute, ma i sovrani, influenzati dall' Illuminismo, concedevano delle riforme. Il dispotismo illuminato si verificò soprattutto nel regno di Prussia, con Federico II, che ebbe come consigliere Voltaire, in Austria con Maria Teresa e Giuseppe II, in Russia con Caterina II, in Italia nel Regno di Napoli, in Lombardia ed in Toscana.

L' Illuminismo si occupò anche di economia, applicando ad essa i principi di libertà che sosteneva. Ogni cittadino doveva essere libero di svolgere l' attività che voleva, di produrre e di commerciare. Questi principi all' epoca dell' Illuminismo erano rivoluzionari, poichè era necessario pagare dazi per passare da uno stato all'altro, ma in alcuni casi anche spostandosi in città differenti di uno stesso stato, e per commerciare o esercitare delle attività erano necessari dei permessi che i sovrani concedevano a loro piacimento. Un ulteriore ostacolo era costituito dalle corporazioni di arti e mestieri, delle associazioni di artigiani che nel medioevo avevano dato un impulso all' economia, ma che ora ostacolavano solamente l' ingresso di nuove persone e tecniche di lavorazione.

Gli studiosi di economia, tra cui il più illustre fu lo scozzese Adam Smith (1723-90), sostennero la teoria che venne detta "Liberalismo economico" e che fu alla base della rivoluzione industriale e del relativo sistema capitalistico.

In Italia l'Illuminismo si diffuse soprattutto in Lombardia, con l' economista e pensatore Pietro Verri, e lo studioso di diritto Cesare Beccaria, che scrisse il libro "Dei delitti e delle pene", e nel Regno di Napoli, con lo studioso di diritto Gaetano Filangieri e gli economisti Antonio Genovesi e Ferdinando Galiani.

Sul finire del Settecento in Gran Bretagna Germania, vari autori iniziarono a ritenere insufficiente la ragione, ma a dare più spazio al sentimento; ebbe così origine al nuovo movimento del Romanticismo.






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