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Giovanni Verga

I Malavoglia

Scheda di riassunto e di commento

Anno di pubblicazione: 1881

Tempo: dal 1863 in poi

Luoghi: Aci-Trezza (Catania), in Sicilia

Trama

Il libro narra le vicende della famiglia Toscano, soprannominata Malavoglia nel loro paese in senso antifrastico, per esprimere le qualità che tradizionalmente l'hanno caratterizzata, cioè l'onestà e l'impegno nel lavoro. La famiglia vive nella casa del nespolo, ed è composta dal nonno Padron 'Ntoni, che possiede una grande saggezza, da suo figlio Bastianazzo, uomo onesto e lavoratore, con La Longa, sua moglie, e i nipoti: 'Ntoni, di carattere svogliato, Luca, giudizioso, Mena, ragazza molto pia, Alessi, che assomiglia al nonno, e Lia, la minore.

Le vicende hanno inizio nel 1863 ad Aci-Trezza, dove i Malavoglia possiedono una barca, la Provvidenza, e svolgono l'attività di pescatori, grazie alla quale riescono a condurre una vita relativamente agiata. Tuttavia, una serie di sventure inizia ad abbattersi sulla famiglia, che va in rovina. Il nipote maggiore, 'Ntoni, deve partire per il servizio di leva e la famiglia, privata di un'importante forza lavoro, è costretta ad assumere un bracciante esterno. Inoltre l'annata di pesca è cattiva e Mena ha bisogno di una dote per sposarsi. Perciò padron 'Ntoni decide di rompere la tradizione familiare e di dedicarsi, oltre che alla pesca, anche al commercio, acquistando a credito dall'usuraio Zio Crocifisso un carico di lupini (dei legumi) da trasportare e commerciare con la Provvidenza. Ma l'affare va male, perchè la nave naufraga, e Bastianazzo, che la guidava, muore. Oltre al dolore per la morte di Bastianazzo, i Malavoglia devono affrontare anche nuovi problemi economici: in casa viene infatti a mancare un'altra forza lavorativa, mentre la Provvidenza viene recuperata, ma necessita di costose riparazioni. Infine Zio Crocifisso pretende di essere pagato e, dopo aver impegnato la casa del nespolo, la famiglia Malavoglia si dedica a grandi fatiche per cercare di saldare il debito d'onore e di denaro contratto. Intanto torna dal servizio di leva 'Ntoni, che però è cambiato. Ormai ha conosciuto gli agi della città e disdegna la vita dura e povera della sua famiglia, soprattutto ora che è in ristrettezze economiche. Luca è costretto a partire per il servizio militare e muore durante la battaglia di Lissa del 1866. Intanto i Malavoglia, per riscattare il debito, devono cedere la casa nel nespolo a Zio Crocifisso e trasferirsi in un'altra casa. La Longa muore per un'epidemia di colera e 'Ntoni decide di affidare Alessi e Lia al nonno 'Ntoni, per partire, contro la volontà di tutti, alla ricerca di fortuna. Ma il suo tentativo è vano: ritornerà senza aver accumulato denaro, anzi, più povero di prima. Viene comunque ben accolto nella casa del nespolo. Tuttavia non ha comunque ritrovato la voglia di lavorare e, nonostante vari tentativi del nonno 'Ntoni di riportarlo all'onestà, si dedica sempre di più a una vita dissoluta, ubriacandosi e girando come un vagabondo per il paese. Resta molto poco a casa, e trascorre il suo tempo nella locanda del paese, dove la proprietaria Santuzza lo ha preso nelle sue grazie. Intanto si dedica, insieme a alcuni compagni, ad attività di contrabbando, finché viene sorpreso, di notte, dalle guardie del paese. Per riuscire a fuggire e a causa di una vecchia rivalità, dà una coltellata al capo delle guardie, Don Michele, senza però ucciderlo. 'Ntoni viene però catturato, e il padron 'Ntoni spende tutti i risparmi per cercare di fargli alleviare la pena. Per fare ciò, in tribunale viene detto che 'Ntoni aveva aggredito Don Michele per motivi di onore, perchè l'uomo faceva la corte alla sorella Lia. Lia, incapace di sopportare le dicerie che sostenevano che lei avesse una relazione con Don Michele e stufa di sopportare la vita povera che conduceva, decide di andarsene di casa e di dirigersi verso la città in cerca di fortuna. Si verrà poi a sapere che è diventata una prostituta.

Padron 'Ntoni muore, mentre Alessi, l'unico Malavoglia insieme alla Mena a essere rimasto integro, si sposa con Nunziata, e ricostituisce il nucleo familiare, ricomperando la casa del nespolo. Mena tuttavia non vuole sposarsi con Alfio Mosca, anche se i due si amano, perchè il disonore che ha colpito la casa dei Malavoglia resta troppo grande. Il libro si conclude con il ritorno di 'Ntoni dal carcere: egli entra nella casa del nespolo, e dopo una breve visita, decide di andarsene per sempre, perchè ormai ha violato in modo irrimediabile l'integrità della famiglia.

Commento

Lo stile narrativo

L'obiettivo dell'autore è quello di creare un romanzo estremamente realistico, che sia in grado di presentare sia la vicenda che l'ambiente in cui si svolge nel modo più verosimile possibile. Per questo Verga adotta un punto di vista ben preciso, che mantiene sempre durante la narrazione: il punto di vista interno. Su questa posizione Verga insiste molto, costruendovi numerosi espedienti narrativi. Essere un narratore interno significa vedere e raccontare la vicenda seguendo il punto di vista dei personaggi. Questo implica innanzitutto che il narratore non sia onnisciente, perchè la vicenda è vista con gli occhi dei personaggi interni, che non conoscono gli esiti della storia. Quindi il lettore non viene subito a conoscenza di come si concluderà la narrazione, ma i fatti gli vengono svelati man mano che succedono. Inoltre, i fatti possono essere svelati anche dopo che sono accaduti, perchè il lettore li apprende quando i personaggi li vengono a conoscere. Così, per esempio, il lettore apprende della morte di Luca non quando essa si verifica, ma quando lo viene a sapere la famiglia Malavoglia, cioè dopo che sono accadute altre vicende.

Verga va fino in fondo nella sua scelta di narratore interno: così non adotta il punto di vista di un personaggio preciso, ma di ogni personaggio. Verga assume cioè il punto di vista dei personaggi che sono in scena, anche se questo vuol dire andare contro un punto di vista che aveva assunto prima. Così, per esempio, assume senza alcuna differenza, i punti di vista sia di Zio Crocifisso, l'usuraio che truffa i Malavoglia, sia dei Malavoglia, che sono stati truffati. Verga si immerge completamente nel punto di vista dei suoi personaggi, tanto che spesso utilizza il discorso o il pensiero indiretto libero: nella narrazione riporta senza segni di interpunzione i pensieri e le parole dei personaggi, tanto che spesso sembra quasi che a narrare non sia Verga, ma il personaggio in questione. In questo modo il senso di realismo aumenta notevolmente.

Sfruttando la possibilità di passare tra i vari punti di vista dei personaggi, Verga crea l'effetto dello straniamento. Ciò consiste nell'adottare il punto di vista di un personaggio e descrivere i fatti seguendone completamente le idee, anche se questo significa sovvertire l'ordine tradizionale dei valori. Così può succedere che il narratore presenti dei fatti negativi o scorretti come normali, e dei fatti positivi e corretti come sbagliati, perchè questo è il punto di vista del personaggio. Ad esempio, Zio Crocifisso è un usuraio, che truffa la famiglia Malavoglia, ma quando parla nel racconto, Verga adotta il suo punto di vista, e Zio Crocifisso sembra essere la vera persona truffata, che ci rimette del denaro. Ovviamente il lettore sa che non è così, ma la presentazione diretta del personaggio dal punto di vista che gli è proprio rende ancora più evidente il suo errore agli occhi del lettore. Nel libro ci sono due grandi visioni del mondo che si oppongono, quella dei Malavoglia, e quella del resto del paese, che sembra costituire un grande coro di commento alle vicende. Tutto il villaggio partecipa alle disavventure dei Malavoglia, chi direttamente, chi invece limitandosi a commentare. Il paese diventa così una specie di coro che oppone la sua scala di valori a quella dei Malavoglia. E Verga, utilizzando lo straniamento, continua a passare tra questi due punti di vista, accentuando fortemente il senso di contrasto.

Sempre per essere il più realistico possibile, Verga utilizza una lingua molto vicina a quella del popolo. Scrivendo in italiano, utilizza termini, modi di dire, frasi fatte della lingua parlata, compiendo volontariamente anche degli errori grammaticali tipici del parlato. Un elemento derivato dalla lingua parlata che Verga utilizza molto sono i proverbi e i detti. Il proverbio popolare è segno di saggezza e di esperienza, e infatti chi ne fa più uso è padron 'Ntoni.

Anche lo spazio e il tempo hanno un ruolo particolare nel libro. La narrazione ha uno svolgimento lineare, e non sono utilizzate particolari tecniche, come il flash-back o le anticipazioni: l'azione si svolge sempre nel paese. Ma in realtà, spazio e tempo sono doppi, e la loro distinzione ruota intorno al loro legame con il paese: ci sono uno spazio e un tempo interni al paese, e uno spazio e un tempi esterni al paese. Lo spazio interno è costituito dal paese, che, come tutti i piccoli centri abitati, è chiuso verso l'esterno, e ha le proprie leggi, le proprie tradizioni e i propri personaggi, costituendo quindi un piccolo mondo autonomo. Così tutte le azioni si svolgono al suo interno, e quando qualcuno lascia il paese, come Alfio Mosca o 'Ntoni, non viene raccontato ciò che gli accade. I personaggi del libro amano questo spazio, perchè è il loro mondo, lo vedono come luogo di felicità e di serenità. Ma in realtà è un ambiente spietato e duro, dove sopra i sentimenti dell'uomo vi sono gli interessi materiali, gli intrighi tra i vari compaesani, le truffe, la legge spietata del più forte: finché la famiglia Malavoglia era integra, tutti la rispettavano, mentre nella rovina, solo poche persone, come la Nunziata e la cugina Anna, le sono vicine. Il tempo che regola questo mondo è il tempo interno, che, essendo proprio di un mondo chiuso, senza dinamismo, è ciclico e si ripete sempre: corrisponde al trascorrere delle stagioni, che tornano sempre uguali con le proprie attività tradizionali. Questo è il tipo di tempo concepito da padron 'Ntoni, ed è quello che i cittadini di Aci-Trezza considerano giusto. Lo spazio esterno è invece il mondo circostante al paese, che appare negativo e portatore di sofferenze per il paese. Così dall'esterno arriva il colera, all'esterno 'Ntoni va a cercare fortuna, dall'esterno arrivano le merci di contrabbando, all'esterno 'Ntoni viene incarcerato, e, alla fine, verso l'esterno parte 'Ntoni, uomo ormai corrotto ed estraneo al mondo del paese. Parallelamente, il tempo esterno, che regola il mondo esterno, è negativo e porta sofferenze alla popolazione. E' un tempo lineare, e già per questo viene visto in cattiva luce: non rispetta le tradizioni, che sono formate da azioni che si ripetono costanti nel tempo, ma è un susseguirsi di eventi, uno dopo l'altro: la caduta dei Borboni, il nuovo Regno d'Italia, la battaglia di Lissa, il colera.

I temi

Il primo tema che risulta evidente nel libro è l'importanza che i personaggi e l'autore danno alle tradizioni. Il paese rappresenta il mondo per i suoi abitanti e le sue tradizioni sembrano quasi esserne la legge. I personaggi della storia hanno un rispetto quasi ossessivo delle tradizioni, viste come l'unica legge in grado di rendere serena ed integra la vita dell'uomo. Anzi, spesso il rispetto della tradizione si tramuta in un rifiuto assoluto di ogni innovazione. Così compare Fortunato arriva addirittura a dire che non si pesca più come una volta, a causa delle navi a vapore e dei pali del telegrafo, che sono truffe dello stato.

Seguendo la tradizione, all'inizio padron 'Ntoni sembra quasi che si preoccupi solo di saldare il debito morale che la sua famiglia ha contratto con Zio Crocifisso, perchè la famiglia Malavoglia è sempre stata di parola. E la rottura delle tradizioni è alla fine la causa fondamentale della sciagura dei Malavoglia, il motivo di fondo che porta alla rovina la famiglia. La tradizione inizia a essere rotta con la partenza del nipote 'Ntoni per il servizio di leva. Poi l'errore viene commesso da padron 'Ntoni, che cerca di rompere con il passato, svolgendo una nuova professione, il commerciante. Tutte le sciagure appaiono come conseguenza di una rottura della tradizione: il servizio di leva come caduta del tradizionale regno borbonico e l'arrivo dei piemontesi, la morte di Bastianazzo e il naufragio della Provvidenza come conseguenza del cambiamento di professione, la dissolutezza del nipote 'Ntoni e di Lia come conseguenza del loro rifiuto della laboriosità della famiglia. E la causa della rottura delle tradizioni è l'egoismo umano. Come l'autore stesso dice nell'introduzione, tutte le rotture con il passato che i Malavoglia compiono sono frutto del loro desiderio di migliorare la loro condizione economica e di passare di stato. E' un desiderio già destinato in partenza a causare solo male: cambiare di stato e migliorare economicamente significano rompere con la tradizione, la quale è inviolabile.

Ma il motivo economico non appartiene solo alla famiglia dei Malavoglia. Tutti i personaggi del paese hanno sempre un'attenzione particolare per l'aspetto economico delle vicende, e pensano sempre al loro interesse. Come già detto, il paese costituisce una specie di coro nei confronti degli avvenimenti della famiglia Malavoglia. E uno degli argomenti di fondo, che compare spesso nei commenti del paese, è proprio il tema dell'interesse economico. Anzi, questo è uno dei punti di divisione tra il paese e i Malavoglia. Infatti, nel libro, si può individuare una opposizione tra due visioni del mondo: da un lato i Malavoglia, dall'altro il resto del paese. Seguendo gli insegnamenti di padron 'Ntoni, la famiglia Malavoglia per tradizione ha sempre avuto valori positivi, come l'onestà, l'impegno nel lavoro, la profondità dei sentimenti, e ha sempre vissuto onestamente. Al contrario, i personaggi del paese sono superficiali, approfittatori, pettegoli, sleali. Per tutto il romanzo emerge questo contrasto tra la lealtà dei Malavoglia e la scorrettezza del paese. Bisogna considerare però che i Malavoglia, che incarnano i valori positivi, sono quelli che non hanno rinnegato la tradizione, come invece hanno fatto 'Ntoni e Lia. Infatti il punto di unione tra il paese e i Malavoglia è ancora una volta la tradizione: entrambe le parti sono attaccate alla tradizione, e la ritengono legge di vita.

Il finale stesso della vicenda va interpretato alla luce della tradizione. Se si analizza solo l'aspetto materiale, allora il libro ha un lieto fine, perchè Alessi riesce a riscattare la casa del nespolo. Ma se si considera anche la tradizione, allora il finale è meno felice: il nucleo familiare, valore tradizionalmente importante nella società agricola, si è coperto di vergogna, ha perso la sua integrità, senza recuperarla del tutto, tanto che Mena, anche se ha raggiunto di nuovo un relativo benessere economico, non accetta di sposare Alfio Mosca. E il libro si conclude non con la descrizione della famiglia Malavoglia che ricomincia a vivere nell'integrità, ma con la partenza definitiva di 'Ntoni, segno che ormai la tradizione e l'integrità della famiglia sono stati violati per sempre, e che ora, anche se Alessi ha ricucito la ferita, è rimasta una cicatrice.





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