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Riassunto del libro:

"Una giornata di Ivan Denisovic"

Quando la sveglia suona, in un campo di lavoro staliniano, nel 1951, in una fredda mattina invernale, Ivan Denisovic, prigioniero nel campo HQ, si alza generalmente puntuale, ma questa mattina è febbricitante e dolorante e indugia un poco a letto, sapendo che una guardia gentile è di servizio. Ma sfortunatamente, un' altra guardia è di turno, la quale punisce Ivan con tre giorni di isolamento in una cella chiamata "il buco". Presto Ivan si rende però conto che si tratta solo di una minaccia e che egli dovrà limitarsi a lavare i pavimenti nel quartier generale degli ufficiali. Egli assolve al suo compito con solerzia, preoccupandosi però di aver perso la colazione, ma il compagno Fetyukov gli mette da parte la zuppa d' avena. Dopo colazione, Ivan tenta di farsi visitare dal medico, il quale gli dice che avrebbe dovuto ammalarsi la notte precedente, perchè il mattino la clinica è chiusa e la sua febbre non è abbastanza alta da esonerarlo dal lavoro.

Ivan ritorna alla baracca in tempo per l' ispezione corporale alla ricerca di oggetti vietati e per il conteggio dei prigionieri, in modo da assicurarsi che nessuno sia fuggito. Egli nasconde accuratamente il pane preso a colazione nel materasso. Gli uomini si svestono nel gelo per l' ispezione e Buynovsky, che indossa una giacca di flanella, è condannato a dieci giorni nel buco per tale inflazione, mentre Ivan è contento di non avere con sè oggetti proibiti, non ha nè cibo nè lettere della famiglia, a cui non scrive più.

Egli riflette su una recente lettera della moglie che lo esorta ad occuparsi di tintura di tappeti quando uscirà di prigione, ma Ivan non è interessato a questa opportunità, nonostante i facili guadagni.

Dopo l' ispezione, il gruppo di Ivan si reca al lavoro in un edificio in aperta campagna, dove Ivan nota che il compagno Alyoshka sembra contento di lavorare come uno schiavo e Ivan è pieno di rispetto per il suo caporeparto, un omone di indole buona. Sebbene gli sia vietato, gli uomini cercano di ripararsi dal vento, coprendo le finestre con carta catramata. Il prigioniero Gopchik chiede a Ivan di mostrargli come fare un cucchiaio, si riposano per un poco, ma è troppo presto prima del pasto di mezzogiorno per iniziare a mettere i mattoni e la calce semplicemente si seccherebbe mentre mangiano.

Al pranzo di mezzogiorno, Ivan ruba una seconda razione di cibo e si sazia così con due scodelle di zuppa d' avena.

Il gruppo ritorna sul luogo di lavoro e, cammin facendo, Ivan trova un pezzo di metallo nella neve, che prende e nasconde con la speranza di farne un coltello successivamente. I prigionieri alimentano la stufa e mentre si accingono nuovamente al lavoro, ascoltano il racconto di Tyurin, che afferma di essere stato imprigionato perchè ha un ricco padre contadino. Gli uomini iniziano ad erigere il muro e Pavlo si unisce al gruppo, sebbene, in qualità di ufficiale, non sia tenuto a farlo. Per la sua cordialità, questi si guadagna il rispetto dei prigionieri. Inizia la posa dei mattoni e Ivan lavora febbrilmente, senza fare errori. Un capo del campo si ferma nelle vicinanze per rimproverare Tyurin per la carta catramata appesa alle finestre e minaccia di punirlo, ma Tyurin gli fa segno di andarsene.

Alyoshka lavora disinteressatamente, il tempo passa velocemente fino a quando gli uomini non odono il segnale del pasto. Ivan continua a lavorare e arriva in ritardo al pasto, perchè vuole nascondere il suo prezioso frattazzo, in modo che nessuno lo prenda.

Riesce a raggiungere il suo gruppo quando questo ritarda preparandosi ad un altro conteggio. Gli uomini scoprono che un prigioniero moldavo manca da un' altra squadra, ma si era semplicemente addormentato sul luogo di lavoro e gli altri uomini sono furiosi con lui per aver ritardato il pasto.

Ivan si ricorda della sua precedente intenzione di farsi curare, ma vi rinuncia perchè preferisce avere cibo. All' ispezione, Ivan è improvvisamente colto da panico, ricordandosi del pezzo di acciaio che ha nascosto nel guanto, prega Dio di essere tenuto fuori dal buco e con un colpo di fortuna, la guardia non lo scopre. Ivan ritorna al campo e, sospettando che il compagno Tsezar abbia ricevuto un ricco pacco di cibo, si offre di aspettare in riga al posto di Tsezar e infatti c' è un pacco. Ivan si dirige verso il locale della cena, dove le squadre entrano a due a due creando caos. Riesce a trovare i suoi compagni, afferra un vassoio vuoto e porta le razioni al tavolo. Per il suo impegno sul lavoro, Ivan ottiene 400 grammi di pane supplementari, che mangia senza perderli d' occhio, per essere sicuro che nessuno glieli sottragga. Porta la razione di Tsezar alla capanna dove il compagno ha il permesso di mangiare. Tsezar mostra a tutti il contenuto del pacco e lascia a Ivan la sua razione di cena. Dopo il conteggio, Ivan si prepara a dormire, sebbene il secondo conteggio non sia ancora stato completato. Tsezar è colto dal panico, non sapendo cosa fare con il pacco e Ivan lo aiuta a metterlo al sicuro dagli altri prigionieri. Tsezar lo ricompensa con un paio di biscotti e un pezzo di salsiccia. Prima di dormire, Ivan ringrazia Dio che un' altra giornata si sia conclusa. Alyoshka ode la sua preghiera e lo incoraggia a pregare correttamente e a perseguire il bene dello spirito e non quello della carne, come Tsezar. Ivan riflette sul sentimento del compagno e, improvvisamente, senza motivo, gli offre un biscotto, pensando che quel giorno è stato quasi felice. Il narratore aggiunge che quello è stato semplicemente uno dei 3653 giorni della condanna di Ivan.





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