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Saggio di riassunto ragionato sulla filosofia platoniana

Platone, di origine aristocratica, fu allievo di Socrate; inizialmente si dedicò alla vita politica, che decise poi di abbandonare a causa di diversi avvenimenti, tra cui la condanna a morte di Socrate.

Come il proprio maestro, Platone sostiene che la scrittura debba avere solo funzione ipomnematica, ovvero di far ricordare delle nozioni o un dialogo già avvenuto e poi trascritto. La scrittura è infatti condannata, perchè non è una "ricetta" per la memoria, ma serve solo per richiamare alla mente, non dà la vera sapienza, ma solo la presunzione di sapere, inoltre ha sempre bisogno di un padre per spiegare ciò che è scritto, se si pone una domanda lo scritto manifesta sempre la stessa risposta ed infine, può giungere nella mani di chiunque. L' oralità, invece, è l' unico mezzo per raggiungere la verità, che viene estrapolata attraverso i dialoghi: i dialoghi trascritti sono ideali e costituiscono l' unico mezzo per descrivere al pubblico il senso della filosofia.

Nonostante la filosofia sia nata con l' avvento del razionale ed il rifiuto del mito, Platone fa uso anche del mito per meglio spiegare concetti incomprensibili alle persone e per poter parlare di realtà che superano la dimensione razionale e che non possono essere spiegate oggettivamente.

Il motivo più importante per cui Platone viene ricordato è l' introduzione della metafisica, il termine, coniato successivamente da Andronico da Rodi, deriva dal greco metà tà fusicà e significa "oltre le cose sensibili", coglibili con i sensi; altri sinonimi della parola sono ultrasensibile, ultraterreno, soprafisico, soprasensibile ed intelligibile. Si ebbero numerosi vantaggi grazie all' introduzione della metafisica e tutti i filosofi posteriori a Platone si confrontarono con lui e si chiesero se esistesse veramente la realtà soprasensibile. Platone opera un paragone: come in passato i marinai avevano usato soltanto le vele ed il vento per navigare, così i filosofi a lui antecedenti avevano considerato solo il mondo sensibile, non potendo, così, andare troppo lontano. Con la metafisica, invece, egli aveva intraprende la seconda navigazione, quella più sicura, che gli avrebbe permesso di fare maggiori scoperte e di andare più lontano, esattamente come i marinai che usufruivano oltre che del vento, anche dei remi.

La presenza del soprasensibile nella filosofia platonica può essere innanzitutto notata nella causa del mondo sensibile. Platone, infatti, sostiene che il principio del mondo, l' archè, debba essere trascendente e non immanente al mondo stesso, non deve cioè fare parte del mondo sensibile. Il mondo in cui viviamo è mutevole e sensibile, quindi la causa di esso ha caratteristiche opposte, è immutabile e non coglibile con i sensi, ma con la conoscenza. Il mondo sensibile è una riproduzione del mondo ideale compiuta da Demiurgo, una figura mitica, il quale vuole mettere ordine al mondo sensibile, imprimendo il mondo ideale. Ma la copia è mal riuscita, poichè, come già affermato, ha caratteristiche opposte al mondo ultrasensibile. Il mondo ideale è quindi la causa di quello sensibile ed i rapporti che intercorrono sono mimesi, il mondo sensibile partecipa a quello soprasensibile, metessi, il mondo sensibile imita, anche se male, quello soprasensibile e parusia, il mondo intelligibile è presente in quello sensibile.

Il mondo soprasensibile, il quale è perfetto, intelligibile e immutevole, è composto da idee; il termine non ha il valore odierno, che acquisì solo nel 1630 con Cartesio, non indica un concetto, ma deriva dal termine greco eidos, che significa forma, modello, paradigma e causa del mondo sensibile. Le idee sono presenti nell' iperuranio, "luogo non fisico", "al di là del cielo", sono in sé e per sé, ovvero sono assolute, cioè oggettive, non relative a nulla ed immutabili, ovvero non soggette a cambiamenti. Le idee sono inoltre invisibili, non possono essere colte con i sensi ma con il ragionamento e molteplici, ovvero vi è un' idea per ogni cosa. Nonostante vi sia una struttura gerarchica in cui vi sono al primo posto l' idea di Bene ed i valori, al secondo le idee matematiche ed al terzo le cose sensibili, non esiste una differenza qualitativa tra le idee, altrimenti ciò implicherebbe che queste non siano assolute. Le idee sono ingenerate, contemporanee e derivano dall' idea di Bene, o Uno, è questa idea a rendere conoscibili le altre, perchè le determina. L' idea Uno, inoltre, agisce sull' idea Diade, la quale è naturalmente illimitata ed indeterminata e tende all' infinita grandezza e piccolezza, l' Uno le dà ordine e la determina, il risultato di questo processo sono le idee, quindi in ogni idea vi sono sia l' Uno che la Diade, i quali sono i principi originari.

Ne deriva un dualismo ontologico, esistono due tipi di essere, quello sensibile, il mondo in cui viviamo, e quello ultrasensibile, il mondo delle idee. Grazie all' introduzione della realtà metafisica, Platone, pur non definendo il divenire, propone un nuovo modo di conciliare il pensiero eracliteo, che sosteneva che tutto mutasse e quello parmenideo, il quale voleva provare che il divenire non esiste, poichè non esiste il non-essere e di conseguenza il passaggio dall' essere al non-essere. A differenza dei pluralisti che rimangono nella fascia del sensibile, Platone si sposta su due realtà completamente opposte: i pluralisti, infatti, sostengono che, partendo da elementi fissi, si possano formare oggetti diversi, mantenendo, così, la presenza del divenire, senza però implicare il passaggio dall' essere al non- essere e viceversa, ma l' unione e la separazione di più elementi. Per Platone, invece, all' essere sensibile corrisponde l' essere delineato da Eraclito, il quale è continuamente soggetto a mutamenti ed è percepibile con i sensi, all' essere intelligibile corrisponde quello parmenideo, il quale è ingenerato, incorruttibile, eterno, immobile, finito, necessario e uno, proprio come le idee.

Poichè esistono due realtà, esistono anche due forme di conoscenza: quella sensibile e quella soprasensibile. Della conoscenza sensibile o opinione fanno parte l' immaginazione o eikasia, prima forma di conoscenza che permette di conoscere l' ombra delle cose sensibili e la credenza o pistis, la quale fa conoscere le cose sensibili. Della scienza, la conoscenza del mondo ideale, fanno parte la conoscenza matematica o dianoia e la conoscenza scientifica o noesis. La conoscenza dianoetica è la via di mezzo tra la conoscenza sensibile e quella ideale, senza di questa non si può giungere a conoscere il mondo ultrasensibile, essa ha caratteristiche sia sensibili, poichè può essere rappresentata e quindi è percepibile con i sensi, che caratteristiche ideali, perchè immutabile. La noesis consiste nell' intellezione delle idee, è, cioè, la capacità di cogliere le idee ed il mondo soprasensibile con il puro intelletto. Il processo conoscitivo da compiere è quello ascensivo, ovvero si parte dall' opinione per arrivare alla scienza, perchè solo ripercorrendo la via dall' alto al basso, si può conoscere meglio il mondo ideale. Come per Parmenide esistono la via dell' assoluta verità, raggiunta con la ragione, quella della verosomiglianza e quella della falsità attestata dai sensi; per Platone vi sono, quindi, la doxa, conoscenza opinabile, soggettiva, soggetta a mutamento perchè percepita con i sensi e l' episteme, conoscenza oggettiva, certa e assoluta, perchè raggiunta con la conoscenza ed il ragionamento.

Quando una persona osserva un oggetto, ne coglie un' idea, la quale ne ha una corrispondente nell' iperuranio e la vera conoscenza non è quella sensibile, ma quella acquisita quando si coglie la causa dell' idea, percepita guardando l' oggetto. Ad esempio, osservando un fiore, si sollecitano i sensi e si può cogliere l' idea di bellezza; solo quando l' anima si ricorda di aver contemplato l' idea di bellezza nell' iperuranio, si acquisisce la vera conoscenza, poichè si ricorda il mondo delle idee; il fiore, dunque, partecipa ed incarna l' idea di bellezza presente nell' iperuranio. Il mondo sensibile è, quindi, la possibilità che si offre all' anima di ricordare il mondo soprasensibile: infatti, quando il corpo muore, l' anima si disincarna e si reca nell' iperuranio per contemplare le idee. Esiste, quindi, un nesso tra escatologia, la scienza che studia la vita dell' anima dopo la morte e la gneosologia: l' anima conosce le idee quando è disincarnata. Si può anche notare la visione pitagorica, secondo la quale esiste il processo della metempsicosi, ovvero della reincarnazione dell' anima.

Grazie alla metafisica ed al dualismo ontologico, esiste infatti anche un dualismo antropologico: l' uomo è formato da corpo e anima, il primo è sensibile, l' anima invece è spirito, essere soprasensibile, intrappolata nel corpo a causa di una colpa originaria. Bisogna vivere il più possibile in funzione dell' anima; così facendo, quando il corpo muore e l' anima si reca nell' iperuranio, l' anima potrà stare il più a lungo possibile a contemplare le idee, più il periodo sarà lungo, più, al momento della scelta, l' anima sceglierà un corpo migliore in cui reincarnarsi, migliore è il corpo, migliore sarà la vita terrena. Con questo processo l' anima, quando la vita terrena giunge alla perfezione, si disincarna per l' eternità e può restare nell' iperuranio a contemplare per sempre le idee. L' etica è quindi collegata alla metafisica, al dualismo antropologico, alla gneosologia e quindi all' escatologia: migliore è la vita terrena, raggiunta con la conoscenza, migliore la vita dell' anima nell' iperuranio. Socrate fu il primo a definire e a studiare l' etica come il comportamento umano, a prescindere dalla religione, per lui l' anima è la razionalità, per Platone è spirito, essere soprasensibile.

Per vivere una vita in funzione dell' anima bisogna vivere secondo i valori morali ed operare una fuga dal corpo, non intesa come suicidio, ma come vita lontana dalla mondanità e dalla materialità. Vivere in funzione dell' anima è per Platone virtù; con la stessa parola, invece, Socrate indica la conoscenza. Inoltre il vero adempimento della vita etica va di pari passo con la conoscenza, più si vive per l' anima, più ci si eleva alla noesis e viceversa, più si è virtuosi, più si progredisce conoscitivamente, la conoscenza viene definita da Platone dialettica, con lo stesso termine Socrate indica il metodo di insegnamento per far emergere la verità, mentre per i sofisti è la capacità di parlare. Esiste un altro nesso, quindi, tra escatologia, antropologia e gneosologia: più l' uomo progredisce conoscitivamente durante la vita, più l' anima potrà stare nell' iperuranio. Il nesso tra escatologia e metafisica consiste nel fatto che l' anima, quando è disincarnata, si reca nell' iperuranio, luogo metafisico. Esiste anche un nesso tra escatologia ed antropologia: poichè l' anima è essere soprasensibile, ha una vita disincarnata rispetto al corpo ed è quindi immortale. Platone ha elaborato tre prove dell' immortalità dell' anima: la prima sostiene che, siccome la conoscenza è anamnesi, l' anima sia immortale perchè ha vissuto nell' iperuranio, la seconda che il mondo sensibile ha dei contrari, il corpo è mortale, quindi l' anima è immortale, la terza prova sono "Il mito della biga alata" ed "Il mito di Er". "Il mito della biga alata" narra dell' anima, simile a una coppia di cavalli alati guidati da un auriga, vi è un cavallo bianco eccellente ed uno nero pessimo. L' auriga cerca di indirizzare i cavalli verso l' iperuranio nel quale ha sede la "vera sostanza", ovvero la totalità delle idee, che può essere contemplata solo dalla guida dell' anima, ovvero dalla ragione. Ogni anima rimane a contemplare le idee fino a quando il cavallo nero non la porta verso il basso ed infine a reincarnarsi in un nuovo corpo. L' anima perde le ali, si appesantisce e cade nel corpo a causa della dimenticanza e della colpa di non aver contemplato sufficientemente le idee. Tra tutte le idee "...la più evidente e la più amabile" è la bellezza, essa è quella che più colpisce l' uomo, più si desidera la bellezza sensibile, più ci si eleva, bisogna infatti essere educati al gusto. "Il mito di Er" narra di un guerriero morto e resuscitato dopo dodici giorni, egli può raccontare agli uomini il destino che li attende dopo la morte. Le anime stanno per un massimo di mille anni nell' iperuranio a contemplare le idee, quando giunge il momento, si recano nella "pianura della verità", qui vi sono le tre parche: Cloto fila i destini degli uomini, Lachesi sancisce il momento della scelta del bussolotto e Atropo taglia il filo della vita umana. Nella pianura le anime scelgono il proprio destino ed il corpo in cui reincarnarsi e le tre parche lanciano il bussolotto in cui è presente il corpo in cui reincarnarsi. Innovativo è il fatto che il destino non dipenda dagli dei ma dalla responsabilità di ognuno.

In relazione con l' etica, Platone elaborò anche un pensiero politico. Per Platone sono i filosofi coloro che devono governare, è impossibile che i mali delle città smettano di esistere, se il potere politico e la filosofia non coincidono nelle stesse persone. I governanti vivono tutti nello stesso luogo, non possiedono nessun tipo di bene se non l' essenziale per vivere, addirittura i figli vengono da loro allontanati e poi messi in comune tra i governanti per evitare distinzioni e preferenze. I guardiani sono felici in primo luogo perchè in loro risiede la giustizia, inoltre sono già di per sè felici; non vi è bisogno di custodirli, perchè prima di saper custodire gli altri sanno custodire se stessi. Lo scopo della comunità è la giustizia, che si attua quando tutte le persone svolgono il proprio compito, è grazie alla giustizia che uno stato è forte ed unito, è inoltre l' accordo tra l' individuo e la comunità. Platone suddivide la popolazione in tre classi: vi sono, come già detto, la classe dei governanti, la quale ha il compito di governare, essi sono saggi ed hanno un' anima razionale, la classe dei guerrieri, essi difendono la città, sono coraggiosi e hanno un' anima irascibile, infine vi sono i produttori di cui la principale caratteristica è la temperanza e la loro anima è concupiscibile. Questa distinzione non dipende dalla provenienza della famiglia ma dalle doti naturali, un bambino nato ad esempio da produttori o da guerrieri può progredire alla classe superiore, ma ciò è difficile che si verifichi e solitamente i figli sono della stessa classe dei genitori. Platone abbatte la democrazia perchè sostiene che se un lavoratore dovesse assumere il compito di un governante, non ne sarebbe in grado, quindi ognuno deve svolgere il proprio compito. Non si può però definire, secondo alcuni studiosi, la politica di Platone come un' aristocrazia, poichè vige il governo di pochi, non però dei più ricchi, ma dei più dotati.

Per meglio descrivere l' ontologia, la dottrina delle idee, la gneosologia, e in generale tutto il suo pensiero filosofico, Platone scrisse "Il mito della caverna". In una caverna oscura, che rappresenta il mondo sensibile, vi sono degli schiavi, gli uomini, legati da catene che sono il simbolo dell' ignoranza e delle passioni. Alle spalle degli schiavi vi è un muro, al di sopra di questo vi sono delle statuette, simbolo del grado gneosologico della credenza, tenute da uomini, le quali riflettono la propria ombra sulla parete verso la quale gli schiavi stanno guardando, grazie a un fuoco, il principio fisico con cui i primi filosofi spiegarono la realtà. Gli schiavi scambiano per realtà le ombre, che corrispondono al grado gneosologico dell' immaginazione. Uno degli schiavi riesce a liberarsi dalle catene, egli rappresenta l' azione della conoscenza e della filosofia, ed esce dalla caverna, il mondo fuori visto dallo schiavo è la realtà, quindi le idee. Lo schiavo vede delle cose riflesse nell' acqua, sono il simbolo dalla conoscenza matematica che prepara alla filosofia, vede poi il sole, l' idea di Bene, e lo contempla, azione simbolo dei massimi livelli della filosofia. Lo schiavo vorrebbe stare per sempre a contemplare il sole, ma ritorna indietro per avvisare i compagni, simbolo dell' impegno sociale del filosofo. Quando entra di nuovo nella caverna, lo schiavo non riesce più a vedere le ombre, perchè abituato a contemplare le idee, viene poi deriso, ciò è simbolo della società attaccata ai pregiudizi ed a modi di vita volgari, gli altri schiavi, invece, attribuiscono grandi onori a coloro che riescono a vedere le ombre, nella realtà rappresentano i premi della società offerti ai falsi sapienti. Infine, lo schiavo che si era liberato viene ucciso esattamente come toccò a Socrate.

Questo mito rappresenta l' intera filosofia di Platone, si descrivono, infatti, il mondo fisico e metafisico, ne derivano, poi, i diversi gradi della conoscenza e infine il comportamento etico ed il ruolo del filosofo nella società.

Tutta la filosofia di Platone è collegata tra di essa: partendo dalla metafisica e quindi dal dualismo ontologico, deriva un dualismo gneosologico. Grazie alla conoscenza soprasensibile, dato il dualismo antropologico, si garantisce una migliore vita all' anima, collegandosi all' escatologia.




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