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Cellule staminali.

Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate dotate della singolare capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Molti ricercatori sostengono che le cellule staminali potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi.

Tipi.

Esistono quattro tipi di cellule staminali:

Una singola cellula staminale totipotente può svilupparsi in un intero organismo e persino in tessuti extra-embrionali. I blastomeri posseggono questa proprietà.

Le cellule staminali pluripotenti, come le iPs, possono specializzarsi in tutti i tipi di cellule che troviamo in un individuo adulto ma non in cellule che compongono i tessuti extra-embrionali.

Le cellule staminali multipotenti sono in grado di specializzarsi unicamente in alcuni tipi di cellule.

Le cellule staminali unipotenti possono generare solamente un tipo di cellula specializzata.

Le cellule staminali si classificano anche secondo la provenienza, come adulte o embrionali.

Le cellule staminali adulte sono cellule non specializzate reperibili tra cellule specializzate di un tessuto specifico e sono prevalentemente multipotenti. Queste sono tuttora già utilizzate in cure per oltre cento malattie e patologie. Sono dette più propriamente somatiche (dal Greco s?µa soma = corpo), perché non provengono necessariamente da adulti ma anche da bambini o cordoni ombelicali.

Le cellule staminali embrionali sono ottenute a mezzo di coltura, ricavate dalle cellule interne di una blastocisti.

Cellule staminali ottenute da sangue del cordone ombelicale.

Il sangue residuo della placenta e del cordone ombelicale costituisce una fonte di cellule staminali emopoietiche adulte. Dal 1988 queste cellule staminali da cordone ombelicale sono impiegate per curare il morbo di Gunther, la sindrome di Hunter, la sindrome di Hurler, la leucemia linfocitica acuta e molte altre patologie che interessano in particolare i bambini. Il sangue è raccolto dal cordone ombelicale - sia in caso di parto spontaneo che di taglio cesareo - facendo un prelievo (in circuito chiuso sterile) dalla vena ombelicale. Una volta raccolto, ne viene calcolato il volume e la quantità di globuli bianchi, che non devono essere inferiori, rispettivamente, a 60 ml e 800 milioni (la quantità dei bianchi minimi alla raccolta è spesso diversa da banca a banca, è però comunemente accettato il fatto che ad unità congelata non debbano essere inferiori a 800 milioni).

Questo sangue non viene analizzato direttamente per agenti infettivi, in quanto gli esami sierologici vengono effettuati sulla partoriente, al parto e a sei mesi dalla donazione. Viene eseguita però la caratterizzazione HLA per determinare se il ricevente sia compatibile o meno con il tessuto ricevuto. I risultati della tipizzazione HLA vengono pubblicati su dei database mondiali - per es. BMDW - accessibili da centri trapianto autorizzati per poter "avviare" una ricerca di tessuto compatibile con il proprio paziente. Il sangue da cordone subisce trattamenti ed è deprivato dei globuli rossi prima di essere conservato in azoto liquido alla temperatura compresa tra -130 e -196° centigradi per un futuro utilizzo. Al momento del trapianto il sangue viene scongelato, vengono filtrate le sostanze criopreservanti e somministrato al paziente per endovena.

Questo genere di terapia, in cui le cellule staminali sono ottenute da un donatore estraneo, è detta allogenica. Quando le cellule sono ricavate dallo stesso paziente sul quale saranno utilizzate è detta autologa e quando provengono da individui identici, è chiamata singenica. Il trasferimento xenogenico tra diverse specie è molto poco sviluppato e si ritiene abbia scarse possibilità.

Ricercatori in Corea del Sud hanno annunciato nel novembre del 2004 di aver sperimentato con successo terapie basate su cellule staminali multipotenti (somatiche) da cordone per permettere ad una donna paralizzata di camminare con l'aiuto di un tutore. Ciò è stato reso possibile isolando le cellule staminali dal cordone ombelicale e iniettandole nella zona danneggiata della colonna vertebrale della paziente. Il lavoro è stato svolto dal professor Song Chang-hun della Chosun University, dal professor Kang Kyung-susn della Seoul National University, e dalla Seoul Cord Blood Bank.

Permessi riguardo l' uso di cellule staminali in Italia.

In Italia la conservazione per uso "personale", o più precisamente per uso intrafamiliare, è consentita solo nel caso in cui, al momento del parto, siano presenti nel neonato, nella fratria o nei genitori del neonato stesso, delle patologie che abbiano l'indicazione al trapianto con cellule staminali da sangue placentare. In questo caso si parla di donazione dedicata (o più propriamente, di uso autologo e uso allogenico correlato) ed è sufficiente presentare un certificato medico degli specialisti che seguono la persona malata.

Per le donazioni dedicate i criteri di selezione e di esclusione dell'unità dalla raccolta e dal congelamento sono meno rigidi rispetto alle comuni donazioni.

In caso diverso è comunque consentito, previa autorizzazione delle autorità competenti (vd Ordinanza ministeriale del 13 aprile 2006 pubblicata su G.U. del 9 maggio 2006), raccogliere il sangue placentare e spedirlo all'estero per la criopreservazione presso laboratori privati.

Cellule staminali adulte.

Cellule staminali sono presenti anche negli adulti.

Le cellule staminali adulte sono cellule non specializzate che si riproducono giornalmente per fornire alcune specifiche cellule: ad esempio 200 miliardi di globuli rossi sono generati ogni giorno nel corpo da cellule staminali emopoietiche. Fino a poco tempo fa si pensava che ognuna di queste cellule potesse produrre unicamente un tipo particolare di cellula: questo processo è chiamato differenziazione (vedi morfogenesi). Tuttavia negli ultimi anni si sono avute prove che le cellule staminali possono acquisire molte forme differenti: è noto che cellule staminali nello stroma del midollo osseo possono trasformarsi in cellule epatiche, neurali, muscolari, renali e follicolari.

Le cellule staminali adulte potrebbero anche essere più versatili. Ricercatori alla New York University School of Medicine hanno estratto cellule staminali dal midollo osseo di topi che loro dicono essere pluripotenti. Trasformare un tipo di cellula staminale in un altro si chiama transdifferenziazione.

Utili fonti di cellule staminali adulte sono in realtà localizzabili in tutti gli organi del corpo. Ricercatori alla McGill University di Montreal hanno ricavato cellule staminali dalla pelle capaci di specializzarsi in molti tipi di tessuto, compresi neuroni, cellule muscolari lisce e cellule adipose. Esse sono state trovate nel derma, lo strato più profondo della pelle: queste cellule staminali giocano un ruolo centrale nella rimarginazione di piccoli tagli. Si ritiene che anche i vasi sanguigni, la polpa dentaria, l'epitelio digestivo, la retina, il fegato ed anche il cervello contengano cellule staminali, utili per la rigenerazione dello stesso sistema nervoso centrale, cervello e midollo spinale.

Eventi chiave della ricerca staminali.

1960 - Joseph Altman e Gopal Das presentano prove di neurogenesi adulta e di attività da parte di cellule staminali nel cervello: quanto affermano contraddice il dogma di Cajal che escludeva la possibilità di formazione di nuovi neuroni

1963 - McCulloch e Till illustrano la presenza di cellule staminali autorinnovanti nel midollo osseo di topo

1968 - trapianto di midollo osseo tra due fratelli tratta con successo la SCID

1978 - vengono scoperte cellule staminali ematopoietiche nel cordone ombelicale umano

1981 - vengono derivate cellule embrionali staminali di topo dalla massa cellulare interna

1992 - cellule staminali neurali sono coltivate in vitro sotto forma di neurosfere

1995 - Bill Clinton firma una legge che rende illegali fondi federali per la ricerca su cellule staminali ottenute con la distruzione dell'embrione

1997 - si dimostra che la leucemia origina da cellule staminali ematopoietiche: è la prima prova diretta dell'esistenza di un nesso tra cellule staminali e cancro

1998 - James Thomson e i suoi collaboratori derivano la prima linea di cellule staminali embrionali presso l'Università del Wisconsin-Madison.

2000s - vengono pubblicati numerosi studi sulla plasticità delle cellule staminali adulte

2003 - Songtao Shi dell'NIH scopre una nuova fonte di cellule staminali adulte nei denti da latte dei bambini

2004-2005 - Hwang Woo-Suk asserisce di avere creato numerose linee di cellule staminali embrionali umane da ovociti umani non fertilizzati. Si scopre che non era vero

19 luglio 2006 - George W. Bush firma il veto della legge che avrebbe permesso l'uso di fondi federali per la ricerca su cellule staminali ottenute dalla distruzione dell'embrione

7 gennaio 2007 - Un pool di scienziati, comprendenti l'italiano Paolo De Coppi, annuncia di aver scoperto cellule staminali nel liquido amniotico

Banche di conservazione delle cellule staminali, leggi, metodi per ottenerle.

Nella maggior parte dei casi, dopo il parto, il cordone ombelicale viene gettato insieme agli altri rifiuti ospedalieri. In alcuni ospedali, è però possibile richiedere la conservazione delle cellule staminali cordonali.

Le cellule contenute nel cordone ombelicale sono staminali adulte, il cui utilizzo non è più soggetto alle limitazioni e alle controversie etiche riguardanti le staminali embrionali.

La normativa non specifica se è consentita anche la conservazione delle staminali cordonali del feto, in caso di interruzione della gravidanza.

Le cellule staminali possono essere conservate per un massimo di vent'anni, immerse in celle di azoto liquido a -190°C. La conservazione delle cellule di un singolo individuo ha un costo di circa 2.000 euro, per cui la conservazione delle staminali di tutti neonati è un onere proibitivo per il Sistema Sanitario Nazionale.

Esiste un'importante distinzione fra conservazione autologa ed eterologa. Nella prima, donatore e ricevente sono la stessa persona, e le cellule vengono conservate e utilizzate solamente se la persona ne ha bisogno a scopo di autotrapianto; nel secondo caso, vengono donate e trapiantate al primo paziente con cellule compatibili oppure utilizzate a scopi di ricerca.

Talora, la distinzione fra conservazione autologa ed eterologa è trattata in modo meno netto, intendendo per conservazione autologa anche la possibilità di riceventi diversi dal donatore, purché siano consanguinei e parenti di quest'ultimo.

Diversi Paesi hanno una legislazione che consente la conservazione gratuita delle staminali in strutture pubbliche, a patto che il donatore accetti la conservazione eterologa.

La legge italiana consente la conservazione esclusivamente in strutture statali, non a pagamento, e al solo scopo eterologo. L'unica banca delle staminali si trova nel reparto di ginecologia dell'ospedale di Mantova, per un trattamento che non è di comprovata efficacia terapeutica.

La conservazione autologa è possibile in strutture estere autorizzate e spesso a pagamento. Esistono siti internet nei quali viene sottoscritto un contratto pluriennale di affido, e che inviano per posta il kit per il prelievo di queste cellule dal cordone ombelicale, prelievo che deve essere richiesto in ospedale.

La conservazione autologa ha costi maggiori dell'eterologa poiché la permanenza delle cellule in "ibernazione" dura in media molti più anni, potenzialmente il massimo fra la vita del donatore e il periodo di conservazione (vita utile) delle cellule permesso dalla tecnologia attuale.

La conservazione eterologa impone una donazione "forzata" dalla legge, mentre quella autologa è un fattore di spreco, se si considera che una minima parte dei donatori si ammalerà e avrà realmente bisogno delle proprie staminali cordonali, nonostante l'ampiezza di impieghi possibili, e che, dopo i costi di un'ibernazione decennale, le cellule finiranno nei rifiuti ospedalieri, al pari di quelle non conservate.

L'inefficienza è ancora più grave se si pensa che le cellule cordonali "cestinate" anni prima avrebbero potuto guarire un ricevente compatibile, che non aveva a disposizione staminali conservate dal proprio cordone ombelicale o da quello di familiari.

La conservazione autologa ha il vantaggio della totale assenza di rigetti negli autotrapianti

d'organi e tessuti, il rischio zero di contrarre nuove malattie che invece esiste, nonostante i controlli, per i trapianti da donatore diverso e compatibile, talora accettati (con malattie curabili) per la scarsa offerta, la sicura disponibilità in caso di necessità con tempi di attesa nulli.

Una diffusione massiva della conservazione autologa, estesa a tutti i neonati, porrebbe in secondo piano il problema della distruzione - spreco delle staminali non trapiantate nel periodo utile, poiché quasi ogni famiglia avrebbe un donatore compatile in caso di necessità.

Le staminali cordonali di un feto, in caso di aborto, potrebbero essere conservate in modo autologo (inteso nel senso più esteso) per i famigliari, oppure, se già dispongono di proprie cellule staminali, cosa probabile se la diffusione dell'autologa è massiva, destinarle alla donazione.

La cellule vengono conservate perché si prevede che in futuro saranno un elemento di cura contro linfomi, leucemie e tumori, utile nella terapia genica e tissutale, nel trattamento di patologie ereditarie.

Problema etico.

La ricerca sulle cellule staminali embrionali è ancora ai primi stadi: fare ricerca con cellule umane di questo tipo è una questione controversa: l'utilizzo di cellule staminali embrionali ha sollevato un grosso dibattito di carattere etico. Difatti per poter ottenere una linea cellulare (o stirpe, o discendenza) di queste cellule si rende necessaria la distruzione di una blastocisti, un embrione non ancora cresciuto sopra le 150 cellule; tale embrione è ritenuto, da molti, un primitivo, od almeno potenziale, essere umano, la cui distruzione equivarrebbe all'uccisione di un essere umano già concepito. Il dibattito vede dunque contrapposti coloro che preferiscono adottare, proprio per la mancanza di certezze sul momento in cui possa individuarsi la nascita dell'"essere umano", una posizione prudente e contraria all'utilizzo degli embrioni umani per fini di ricerca, e coloro che condividono e sostengono la necessità di ricerca sulle cellule embrionali umane pur essa implicando la distruzione dell'embrione.

Un secondo problema etico è posto dai progressi delle tecnologie di refrigerazione, che in futuro potrebbero rendere possibile una conservazione delle staminali più lunga della vita media, ed un trapianto delle staminali di un donatore deceduto.

Diversi punti di vista riguardo il referendum.

A favore.

"Andate a votare quattro si' al referendum sulla legge per la fecondazione assistita", cosi' l'appello di un centinaio di ricercatori italiani, primo firmatario Umberto Veronesi, e che ha gia' raccolto prestigiose adesioni come quelle di Edoardo Boncinelli, Alberto Piazza, Giulio Cossu, Carlo Alberto Redi, Antonino Forabosco.
"La ricerca sulle cellule staminali embrionali, vietata oggi dalla legge 40, non puo' e non deve essere fermata per non impedire una possibile cura di tante malattie degenerative", sostengono i ricercatori.
Cinque le motivazioni. In primo luogo, perche' la legge, limitando a tre il numero di ovociti che si possono fecondare e vietando il congelamento degli embrioni, aumenta i rischi per la salute della donna e diminuisce le probabilita' di successo. Punto secondo: vietando la donazione dei gameti impedisce a molte coppie sterili di avere figli anche quando uno dei due partner potrebbe essere genitore biologico. Terzo: la legge proibisce la diagnosi pre-impianto nei casi di coppie a rischio per malattie genetiche, anche quando le probabilita' di far nascere un bimbo affetto da una grave malattia sono altissime. Paradossalmente le stesse coppie potranno ricorrere poi all'aborto terapeutico. Quarto punto: attribuendo al concepito, gia' allo stadio di poche cellule indifferenziate, gli stessi diritti delle persone gia' nate, la legge preclude qualsiasi ricerca scientifica anche sugli embrioni che andranno persi. Quinto punto: l'equivalenza delle cellule staminali adulte rispetto a quelle embrionali non e' scientificamente provata. Ma cosi' la legge vieta la possibilita' di utilizzare le ricerche attraverso le cellule embrionali per combattere gravi malattie, da quelle degenerative a quelle tumorali.
"La ricerca sulle cellule staminali embrionali, vietata oggi dalla legge 40, non puo' e non deve esser fermata -dice Giulio Cossu, docente di Istologia all'Ateneo romano La Sapienza- per non impedire una possibile cura di tante malattie degenerative". Dal Parkinson alla distrofia muscolare, dall'Alzheimer alla corea di Huntigton, dalla sclerosi laterale amiotrofica fino a tumori e leucemie, diabete ed infarto. "Usare gli embrioni sovrannumero congelati e destinati a morte certa per far ricerca sulle cellule staminali embrionali -continua Antonino Forabosco, docente di genetica all'Universita' di Modena- ci permette di capire le tante malattie genetiche e degenerative e individuare una cura possibile: e' inammissibile bloccare tutto per un credo religioso secondo cui l'embrione sarebbe persona". "Nessuno di noi ha promesso nulla, tranne avere la possibilita' di fare una ricerca sulle staminali embrionali che sembra offrire sviluppi interessanti" dice Carlo Alberto Redi, ordinario di Biologia dello Sviluppo all'Universita' di Pavia. "Da credente votero' quattro si' -afferma il professor Carlo Bulletti, direttore dell'Istituto di Fisiopatologia della Riproduzione dell'ospedale di Rimini- perche' non condivido che lo Stato imponga a tutti un principio religioso e cattolico".

Firenze, 10 Gennaio 2005. Sui referendum per l'abrogazione totale e parziale della legge che limita moltissimo la fecondazione assistita e vieta la ricerca con le cellule staminali embrionali, abbiamo sempre nutrito piu' che un dubbio. Non per il contenuto in se', sui cui abbiamo invitato a firmare, ma per la fattibilita', nel nostro sistema politico e giuridico, dei referendum abrogativi: negli ultimi anni disattesi e boicottati dalle stesse istituzioni e trasformatisi in un bagno di energie finite nel nulla.

Purtroppo abbiamo il sentore che questo delitto giuridico si stia per compiere anche questa volta. La decisione della Corte Costituzionale, che si deve pronunciare sulla legittimita' costituzionale delle richieste, di ammettere memorie e audizioni anche di comitati contrari agli specifici referendum e' molto grave e sintomo di quanto sta per accadere. La Corte Costituzionale fa sapere che, siccome l'art.33 della legge sui referendum consente la presenza in camera di consiglio SOLO dei comitati promotori e del rappresentante del Governo (l'Avvocatura di Stato che fara' la sua relazione contro la tenuta delle consultazioni), siccome non si tratta di un processo di parti viene data comunque la possibilita' a terzi di offrire i propri contributi (terzi che –e' bene evidenziarlo- non hanno una rappresentanza istituzionale, come i comitati promotori o l'Avvocatura dello Stato, ma sono dei signori Pinco Pallino che hanno depositato delle memorie e per questo vengono auditi).

Chiaro, no? Siccome la legge dice che non si deve fare, noi Corte Costituzionale lo facciamo!!!

E il rischio –e' bene evidenziarlo- e' che al confronto sulla legittimita' costituzionale si sostituisca il confronto politico.

Ci domandiamo quale fiducia possa un cittadino avere nei confronti della faziosita' costituzionale e del rigore della legge che questa Corte dovrebbe avere. Se alla faziosita' richiesta per il bene della nostra suprema Carta si affianca la discrezionalita' e il travisamento, dov'e' il diritto?

In democrazia e giustizia la procedura e il rispetto della stessa e delle norme sono la base fondamentale su cui si fonda il patto pubblico tra istituzioni e cittadini. Se ad esse si sostituisce la discrezionalita', siccome non stiamo parlando di un giudice che deve decidere se dare il minimo o il massimo della pena al ladro di arance, il passo verso il baratro ci sembra gia' in atto.

Cogliamo l'occasione per ribadire che, fintanto che il giudizio della Corte Costituzionale sull'ammissibilita' dei referendum non diventera' antecedente alla raccolta delle firme, e fintanto che per rendere valida la consultazione sara' necessaria la partecipazione del 50% + 1 degli aventi diritto al voto, di referendum, nel nostro ordinamento giuridico e politico, se ne potra' parlare solo in termini accademici.

Che i referendum siano invece forieri di democrazia, partecipazione, fiducia nelle istituzioni e salubrita' delle stesse, lo dimostra l'uso continuo e numeroso che, per esempio, ne fanno Paesi come la Svizzera e la California. Ma questi Paesi sono molto lontani, anche dal piu' semplice e apparentemente banale senso comune italico.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc A breve gli italiani dovranno decidere come comportarsi nei confronti

Contrari:

1. Cosa sono le cellule staminali?

Sono cellule dalle quali è possibile ricavare ogni tipo di cellule del

corpo umano (cellule nervose, muscolari, del sangue, ecc...). E' come se

con un blocco di creta (la cellula staminale) io potessi riprodurre

tutte le forme e le sculture possibili (le varie cellule del corpo umano).

Con questo tipo di cellule si possono "riparare" tessuti e organi del

corpo umano in quanto, opportunamente trattate, esse sono in grado di

trasformarsi in cellule sane dell'organo da curare.

2. Di quali cellule staminali si parla?

Esistono due tipi di cellule staminali:

A) Cellule staminali ADULTE

Ricavabili dai muscoli, dal midollo osseo, dal sangue del cordone

ombelicale, e da altri tessuti di persone adulte.

B) Cellule staminali EMBRIONALI

Ricavabili dalla soppressione di embrioni umani creati in laboratorio.

3. Cosa dice la legge sulle staminali?

Confrontiamo le indicazioni per i due tipi di staminali:

A) Cellule staminali ADULTE.

Si possono utilizzare senza nessun limite e senza nessun problema

etico, perché si tratta di cellule dello stes-so paziente (e quindi senza

rischi di rigetto).

La ricerca scientifica già ha ottenuto dal loro uso cinquantasei

terapie, efficaci contro malattie come cancri ovarici, linfomi, mieloma,

leucemie, sclerosi multiple, talassemia, ecc.

B) Cellule staminali EMBRIONALI.

Non si possono utilizzare per la ricerca perché dal momento della

fecondazione, l'embrione è un individuo nuovo, dotato di un suo codice

genetico, e quindi la legge lo tutela.

Uccidere embrioni per fabbricare cellule staminali embrionali significa

uccidere persone che attendono di nascere a questa vita.

Inoltre non esiste a tutt'oggi (anche nei paesi che permettono questo

tipo di ricerche) alcuna cura efficace con staminali embrionali, in

quanto difficilmente controllabili nei loro processi di sviluppo.

I promotori del referendum hanno così creato confusione nella gente

attribuendo alle cellule staminali embrionali i successi che invece sono

stati ottenuti, esclusivamente, con cellule staminali ricavate da

persone adulte (su cui è permesso fare ricerca dalla legge 40).

4. Cosa c'è dietro ai referendum?

Tanti soldi. Soprattutto dei brevetti per ricerche sugli embrioni,

ricerche che fanno gola a tante case farmaceutiche.

Tanto egoismo. Quando si vuole un figlio a tutti i costi o si vuole

"usare" l'embrione (una persona) come materiale da laboratorio, si

danneggia il diritto alla vita di un essere umano indifeso.

I promotori del referendum dicono che la legge vuole bloccare la

ricerca medica sulle cellule staminali: non è vero! La ricerca va avanti,

ma nel rispetto del concepito (l'embrione) e dei suoi diritti.

5. La legge 40/2004 non è cattolica, ma va ugualmente difesa

La legge sulla fecondazione medicalmente assistita (n.40/2004) non è

una legge cattolica (perché contempla la fecondazione in laboratorio, in

vitro), ma cerca di regolamentare la possibilità per le coppie sterili

di ricorrere alla fecondazione in laboratorio e al successivo impianto

nell'utero materno degli embrioni così prodotti.

Inoltre disciplina la ricerca scientifica sulle cellule staminali

impedendo che si possano uccidere degli embrioni per ricavarne staminali.

6. Noi non andiamo a votare perché:

- Un referendum NON prevede il diritto-dovere di andare a votare:

possiamo anche astenerci dal voto. Se la maggioranza degli aventi diritto

non vota, il referendum viene annullato, lasciando la legge inalterata;

- La legge 40 (anche se non è la miglior legge possibile) va

salvaguardata così com'è perché stabilisce delle regole chiare a un

ambito di

ricerca che rischia di danneggiare i diritti fondamentali dell'essere

umano fin dal suo concepimento.

7. I vescovi italiani chiedono ai cattolici di NON VOTARE NESSUNO DEI

QUATTRO REFERENDUM

Il Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, il comitato "Scienza e

Vita per la legge 40/2004", (formato da 110 personalità) ha l'obiettivo

di far fallire il referendum invitando tutti a non andare a votare.

L'intenzione è quindi quella di mantenere la legge 40/2004 così com'è.

Emiliano Pancaldi







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